ROMA – Giorgio Napolitano firma quasi stancamente la spending review e poi si sfoga, come un vaso tappato fin troppo e che ora esplode: manda a dire a governo e Parlamento che lui aveva richiesto le riforme ma allo stato attuale non ne vede l’ombra; che ok che l’urgenza e lo stato della crisi richiedono decisioni rapide ma si deve dare un freno al ricorso a decreti e voti di fiducia. Insomma, il messaggio è chiaro: finora avete fatto quello che volevate, come volevate e dandovi spesso battaglia l’un l’altro su tutto; adesso basta. Tentate di tornare nei ranghi e di fare qualcosa di utile, riforme strutturali che cambino il Paese dalla base e gli possano assicurare un futuro migliore, al di là dei governi che si succederanno.
“È innegabile – si legge in un comunicato di Giorgio Napolitano – che la ripetuta sollecitazione del Presidente a approvare in Parlamento modifiche costituzionali e riforme regolamentari che garantissero un iter più certo e spedito dei ddl ordinari, non ha trovato riscontri in conseguenti iniziative e deliberazioni nelle due Camere”.
Poi il capitolo su decreti e fiducie: “In quanto al frequente ricorso alla decretazione d’urgenza e alla posizione di questioni di fiducia, si tratta – come è noto – di una prassi di antica data, su cui il Presidente Napolitano ha espresso le sue preoccupazioni, tendendo a porvi freno, fin dall’inizio e in tutto il corso del suo mandato. Peraltro, è innegabile che nel corso dell’ultimo anno il governo precedente e quello attuale hanno dovuto affrontare emergenze e urgenze senza precedenti, insorte in sede europea”. Questa sembra essere una risposta alle critiche di Antonio Di Pietro che martedì evidenziava le troppe fiducie chieste e ottenute dal governo Monti.
Poi dopo le polemiche sull’intervista di Monti rilasciata a Der Spiegel sul ruolo del Parlamento ed Esecutivo, il presidente cerca di trovare una sintesi: «C’è materia per riflessioni critiche e per impegni concreti da parte sia di chi governa sia delle forze politiche, per assicurare tanto un pieno rispetto, e un libero svolgimento, del ruolo del Parlamento, quanto il tempestivo ed efficace assolvimento dei compiti propri dell’Esecutivo», prosegue la nota.
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