Giudici pronti allo sciopero per vuoti organico in procura

L’Anm, il sindacato delle toghe, minaccia lo sciopero chiedendo al governo di far cadere, almeno temporaneamente, il divieto di destinare i magistrati di prima nomina nelle procure – Secca la replica di Alfano: l’Anm rispetti le leggi dello Stato
Luca Palamara

Troppi buchi negli organici delle Procure. E l’Associazione nazionale magistrati si prepara allo sciopero per chiedere al governo di far cadere, almeno temporaneamente, il divieto di destinare i magistrati di prima nomina nelle procure.

Perché, sostengono, la «desertificazione» delle procure è «drammatica» e in due soli anni le scoperture di organico si sono quadruplicate passando da 68 a 249.

Aprendo poi i lavori dell’assemblea di oggi in Cassazione, davanti a procuratori provenienti da tutta Italia, il presidente del sindacato delle toghe, Luca Palamara ha attaccato il decreto legge con il quale il governo è intervenuto sul problema delle procure: «Si tratta di un intervento incoerente, inefficace e fortemente penalizzante per i magistrati più giovani», ha detto.

Palamara ha dunque sottolineato come così non si risolverà il problema perché si darà luogo a un «perverso giro di valzer» tra magistrati che provengono da sedi giudiziarie disagiate.

Palamara non ha parlato esplicitamente di sciopero ma ha spiegato che «l’Anm non potrà assistere inerme allo svuotamento degli uffici di procura ma vuole una riforma della giustizia che assicuri un processo giusto in tempi ragionevoli e vuole uffici organizzati e funzionanti. Ecco perché – ha continuato – l’Anm è fermamente intenzionata ad adottare ogni efficace e anche estrema iniziativa di mobilitazione della magistratura associata e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla gravità della situazione attuale».

Secondo i calcoli del Csm, che lunedì scorso ha approvato un parere fortemente critico sul dl, «in cinque anni – ha ricordato Palamara – potranno essere mobilitati ben 750 magistrati per coprire fino a 400 posti di sedi disagiate».

La “desertificazione” degli uffici requirenti, secondo il sindacato delle toghe, «ha una conseguenza aberrante: la concreta e sostanziale impossibilità di esercitare adeguatamente l’azione penale».

Secca la risposta del presidente della Giustizia, Angelino Alfano: «Dispiace che l’Anm ironizzi e affigga vignette su un provvedimento del governo, invece di contribuire a risolvere il problema e cioè coprire immediatamente le sedi disagiate che, in realtà, disagiate non sono, ma solo sgradite ai magistrati». Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, si dichiara, pertanto, «fortemente preoccupato per l’incomprensibile e miope arroccamento dell’Anm contro un decreto legge che offre al Paese una ragionevole e definitiva soluzione».

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