ROMA – C’è un deputato deel Pd che “vigila” sul Movimento 5 Stelle: si chiama Giuditta Pini, 28 anni, di Modena. “Alcuni sono in cattiva fede, usano questo metodo di propaganda politica, ingigantiscono certe situazioni oscurandone la verità, infatti poi li scopro a litigare nei corridoi, in particolare dopo gli interventi esagerati di Alessandro Di Battista, il capo ultrà”.
La sua campagna in difesa del Partito Democratico la fa su internet, attraverso Twitter e Facebook. Come ha spiegato al Corriere della Sera,
“Mi diverto a mostrare sui social network come sono davvero. Prendiamo l’ostruzionismo sul Decreto fare. Le nottate alla Camera non le hanno passate neanche loro. E la polemica sul malato di Sla? Non c’era. La diaria? Noi del Pd rinunciamo anche a di più per i circoli. Poi la loro posizione sugli F35 è stata così strumentale da farli litigare con Sel”.
A far scattare sull’attenti l’onorevole Pini è stata sull’Imu dei terremotati:
“Hanno detto che avremmo fatto pagare l’Imu a chi ha perso la casa, ma non era vero. Dopo una mia nota su Facebook mi hanno chiesto scusa, ma non si rendono conto che intanto hanno sparso il terrore tra la gente. Alcuni sono in cattiva fede, usano questo metodo di propaganda politica, ingigantiscono certe situazioni oscurandone la verità, infatti poi li scopro a litigare nei corridoi, in particolare dopo gli interventi esagerati di Alessandro Di Battista, il capo ultrà”.
Un altro episodio è quello del ritiro della sfiducia al vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, alla Camera per la gestione dell’espulsione di Alma Shalabayeva. Al Corriere della Sera Giuditta Pini ha spiegato:
“Il M5S aveva chiesto il voto sul ministro dell’Interno in entrambe le ali del Parlamento. E ha rinunciato laddove aveva più possibilità. Questo mi ha fatto riflettere. Il M5S vuole che esistiamo per attaccarci strumentalmente. La loro tattica è fare sempre la minoranza, mentre invece nelle commissioni si potrebbero trovare pure accordi virtuosi”.
“Molti di loro vogliono discutere, alcuni sono addirittura dissidenti rispetto alla linea anche se, fossero nel Pd dove ognuno dice la sua, farebbero ridere: loro al massimo si limitano a qualche frase. Non sono tutti impreparati, anzi studiano, sono curiosi. L’altro giorno m’han chiesto: come funziona un congresso? E io gliel’ho spiegato a grandi linee, perché anche nel Pd non abbiamo troppe certezze… Se poi uno di loro parla troppo con me arriva Di Battista o Rocco Casalino del Grande fratello per interromperci”.
L’onorevole Pini non è tenera nemmeno con i suoi stessi colleghi di partito.
“Non amo Renzi, su questo con i grillini ci troviamo. Al contrario di molti miei dirigenti che sei mesi fa pensavano peste e corna del partito liquido all’americana e ora sono pappa e ciccia col sindaco di Firenze, resto del mio parere. Certo bisogna ricostruirsi: non serve un leader, ma un po’ d’apertura sì. Su questo dal M5S dobbiamo imparare noi”.
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