Giuliano Amato Presidente della Repubblica per Berlusconi “figura condivisa”

Giuliano Amato Presidente della Repubblica per Berlusconi "figura condivisa"
Giuliano Amato. Per Berlusconi è l’ideale candidato a Presidente della Repubblica (LaPresse)

ROMA – Silvio Berlusconi dice la sua sul futuro Presidente della Repubblica e lancia Giuliano Amato. Per bruciarlo? Perché ricorda quando Amato era socialista e vicinissimo a Craxi? Perché l’ex presidente della Treccani e ora giudice della Corte costituzionale Giuliano Amato rientra in uno schema che Berlusconi ricalca? Sembra quasi che Berlusconi debba pagare un ticket: per Giuliano Amato, osserva Francesco Verderami che lo ha intervistato per il Corriere della Sera,

“c’è sempre una nomination di Berlusconi ogni qualvolta parte la corsa per il Colle”.

Nella intervista al Corriere della Sera, Berlusconi chiede

“una figura condivisa”,

fuori da partiti e considera l’elezione del successore di Giorgio Napolitano come preliminare rispetto alle riforme:

 “Prima l’elezione del presidente della Repubblica, poi le riforme”.

Oltre a Giuliano Amato, anche Mario Draghi risponde all’identikit, ma “al momento”,

“ha fatto sapere di non essere disponibile”.

L’intervista al Corriere della Sera, in prima pagina, è un segnale forte, dopo giorni di travagli interni allo schieramento di destra, per Matteo Renzi.

Nel mettere in rete l’intervista, l’agenzia di stampa Ansa osserva che Berlusconi chiede a Matteo Renzi

“di cambiare il timing, visto che Renzi ha secondo lui “modificato il patto in corso d’opera” e che “il Paese vive una situazione preoccupante””.

Dice Berlusconi:

“Sono partigiano e partigianamente penso che prima venga l’elezione del presidente della Repubblica e poi vengano le riforme”.

Osserva Francesco Verderami, che ha condotto l’intervista:

“Renzi è servito, è proprio quello che non voleva sentirsi dire”.

Secondo Berlusconi, occorre

“mettere subito in sicurezza la massima carica dello Stato” e va fatto “insieme”. Serve “una scelta condivisa” per “garantire un minimo di equilibrio e – mi permetto di aggiungere – di credibilità istituzionale”

nella situazione in cui si trova oggi il Parlamento in Italia,

“con le Camere per metà delegittimate da una sentenza della Corte costituzionale e per l’altra metà non rappresentative del reale peso delle forze politiche”.

“Traduzione” di Francesco Verderami:

“Se il prossimo capo dello Stato non fosse il frutto di una scelta condivisa, sarebbe per Berlusconi una figura delegittimata”.

A questo punto del racconto di Francesco Verderami Berlusconi cala la carta Amato, dopo un lungo giro in cui esclude nomi di sinistra, da Veltroni a Prodi, partendo dal

“profilo della personalità che vorrebbe vedere al soglio laico della Repubblica”.

Il futuro Presidente della Repubblica deve essere, per Berlusconi,

“una persona che non sia di parte, che non venga da una parte sola”.

Pochi giorni fa, nota Francesco Verderami, Berlusconi

“ha pubblicamente espresso la sua contrarietà a figure «di partito». Un veto che è sembrato abbattersi su esponenti del Pd come Veltroni e Fassino”.

Conferma Berlusconi:

“In effetti è così. Ma i nomi non voglio farli io. Io spero che ci venga proposto qualcuno che possa essere votato anche da noi”.

Dunque non ha senso una domanda su Prodi…

“Beh, se non mi viene fatta…Prodi già mi vuole tanto male, e quindi vorrei evitare di dire cose che potrebbero peggiorare ancor di più i nostri rapporti”.

No, non è su Prodi che può combaciare l’identikit per il Quirinale di Berlusconi. Mentre su Amato…

“Amato invece rientra in quel profilo”.

 

 

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