Giuseppe Conte foto Ansa Giuseppe Conte foto Ansa

Giuseppe Conte, su di lui il sospetto di una campagna pro Stamina

Giuseppe Conte foto Ansa
Giuseppe Conte (Ansa)

ROMA – Il prossimo governo sarà guidato da Giuseppe Conte, il professore scelto da Salvini e Di Maio. Dopo l’indicazione del suo nome al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a far discutere [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] è una frase apparsa sul suo curriculum vitae in cui l’avvocato e professore scrive di aver perfezionato gli studi alla New York University esperienza che, stando a quanto scoperto dal New York Times, non sarebbe mai avvenuta.

Ora a far discutere è anche il presunto sostegno che Conte diede al metodo Stamina, il protocollo a base di staminali ideato da Davide Vannoni. Al tempo, come fanno notare Repubblica e Il Manifesto, Conte, docente di diritto privato all’Università di Firenze, non solo difendeva Sofia, la bimba affetta da leucodistrofia metacromatica messa sotto i riflettori dalle Iene, ma avrebbe fatto campagna per la “libertà di cura” promuovendo addirittura una fondazione.

Come scrive Repubblica

“Il ruolo di Conte in quella vicenda non sarebbe puramente professionale, visto che il premier in pectore è stato tra i promotori, assieme all’attrice Gina Lollobrigida, di una fondazione che finanzia l’accesso alle cure compassionevoli in casi di malattie non curabili: Fondazione Stamina fu scelta come prima beneficiaria del sostegno finanziario di quella fondazione”.

La piccola Sofia è purtroppo morta lo scorso anno. Il metodo ideato da Davide Vannoni è stato invece bocciato dalla comunità scientifica.

“Il professor Conte dimostrò una grande sensibilità alla causa di Sofia perché non volle nulla in cambio, lo fece pro bono, perché penso si sentisse toccato dalla vicenda avendo anche lui un figlio più o meno della stessa età”. Caterina Ceccuti, la madre della piccola Sofia De Barros, la bambina “farfalla” scomparsa nei mesi scorsi e divenuta simbolo della lotta per le staminali, ricorda così l’impegno di Conte che seguì il caso come avvocato dei genitori. “Nel 2013 – ricorda la madre – Conte è stato il legale di Sofia per alcuni mesi. Prese in mano il caso quando avevamo già perso la causa a Firenze e cercavamo di nuovo l’accesso alle cure compassionevoli dell’istituto di Brescia attraverso il tribunale di Livorno”. “Accettò anche per il fatto che la cura era regolarmente somministrata da un ospedale pubblico, e che c’erano le basi per la continuità terapeutica: la bambina aveva già iniziato la terapia”.

Dopo la diffusione della notizia, il primo a commentare tra i politici è il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, che critica questa posizione tenuta da Conte: “Allora, Conte faceva il suo mestiere di privato avvocato ma oggi si prepara a diventare il presidente del Consiglio di tutti gli italiani, compresi tutti quelli [che hanno creduto] al metodo Stamina e da altri tipi di similari bufale in campo medico. Non ritiene, dunque, Giuseppe Conte, di dover chiarire la sua posizione in merito ai temi della scienza e della ricerca, anche alla luce del suo sostegno alla fondazione ‘per la libertà di cura’?”

“Cosa pensa – prosegue Anzaldi – il futuro premier, ad esempio, dei no vax e del decreto sull’obbligatorietà dei vaccini? Crediamo che una spiegazione e un chiarimento siano doverosi e necessari e siamo certi che lo ritenga doveroso anche lui: perché tutto ciò che fino a ieri è stato confinato nella sua legittima attività privata oggi diventa tema, e interesse, pubblico”.

 

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