Giuseppe Vacciano, ex M5s: “Voglio dimettermi ma non mi lasciano andare”

Giuseppe Vacciano, ex M5s: "Voglio dimettermi ma non mi lasciano andare"
Giuseppe Vacciano, ex M5s: “Voglio dimettermi ma non mi lasciano andare”

ROMA – Ex senatore del Movimento 5 stelle “prigioniero” da due anni. Giuseppe Vacciano denuncia: “Voglio dimettermi ma non mi lasciano andare”.

Per la terza volta, racconta Monica Rubino su Repubblica, il senatore ora nel Gruppo Misto, si è visto respingere dall’aula di Palazzo Madama la richiesta di dimissioni. Lui vorrebbe tornare al suo lavoro di prima, l’impiegato di banca, ma la sua pare una sfida impossibile da vincere.

“Sono rinchiuso in una gabbia dorata, mettiamola così. A questo punto non so più come spiegarmi questi rifiuti ripetuti”,

ha raccontato a Monica Rubino, che lo ha intervistato.

Ma è davvero così difficile dimettersi da parlamentare rispetto a qualunque altro lavoro?
“È un mondo a parte, valgono altre logiche, di sicuro non il buon senso. Prendiamo il caso di Enrico Letta: non si sentiva più adatto a quel ruolo e ha lasciato la Camera tra gli applausi”.

E perché Letta si e lei no?
“Probabilmente faceva comodo al suo partito che andasse via. Se il Pd avesse votato a favore delle mie dimissioni, sarebbe stato tutto più semplice. Quando ho visto che i sì erano solo 46, il minimo sindacale, ero proprio demoralizzato”.

Perché si dimette?
“Perché non mi riconosco più nel M5s, nel simbolo con cui sono stato eletto. Per questo ritengo giusto restituire il mio seggio a un rappresentante dei 5stelle”.

Allora è una questione di numeri?
“Io sto nel gruppo Misto ma voto all’opposizione, quindi sul piano dei conti non cambierebbe nulla se al mio posto subentrasse un grillino doc”.

Ci riproverà per la quarta volta?
“Si, ho già presentato la nuova lettera di dimissioni. Vediamo chi si stanca prima. In genere tra un voto e l’altro passano almeno nove mesi”.

Di mezzo c’è il referendum costituzionale e magari il Senato non ci sarà più.
“Ecco, questa potrebbe essere la naturale soluzione del problema”.

 

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