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Giustizia, Alfano: “Dialogo se si evita anti-berlusconismo”

di luiss_smorgana |30 Gennaio 2010 10:17

«Quando il dibattito non è impregnato di antiberlusconismo, magistrati e governo arrivano a diagnosi simili» e perfino «le terapie si somigliano».

Così il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, commenta in un’intervista al Corriere della Sera alcuni degli interventi pronunciati ieri per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il Guardasigilli intravede nelle relazioni del procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, e del primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, la «novità» di «aver affermato che la giustizia ritardata è giustizia denegata»: se una sentenza, spiega, «sia pure giusta, arriva troppo tardi, si trasforma nel suo opposto, in sentenza ingiusta». Il ministro sottolinea l’impegno del governo per riforme strutturali in tema di giustizia: «riforma del processo civile, del processo penale, digitalizzazione completa di tutti gli uffici giudiziari.

Uno sforzo enorme, adesso dobbiamo affrontare l’emergenza carceri». Alla fine, spiega, «se ci sarà il consenso condiviso di tutti, faremo anche la grande riforma costituzionale». Alfano critica poi la protesta annunciata per oggi dalle toghe alle cerimonie delle Corti d’appello. «Questa protesta – dice il ministro – è l’avvio della campagna elettorale per il rinnovo del Csm. Non hanno un solo motivo per protestare, quindi ne accampano dieci, venti diversi. Oggi – aggiunge – hanno l’occasione nei vari distretti di Corte d’Appello di farsi propaganda politico-elettorale davanti alle tv».

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