La nuova giustizia di Berlusconi: immunità parlamentare

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 13:17 OLTRE 6 MESI FA

Angelino Alfano e Silvio Berlusconi

ROMA -Silvio Berlusconi ha detto che bisogna fare in fretta sulla giustizia, e la priorità della riforma si chiama immunità parlamentare: un “cavallo di ritorno” che il presidente del Consiglio vorrebbe inserire nel testo del disegno della legge. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato la relazione presentata dal ministro Angelino Alfano relativa al ddl sulla riforma.

Durante la riunione, come riferito dall’Ansa, Berlusconi avrebbe detto ai suoi che sulla giustizia bisogna “fare in fretta” perché “è un problema non più rinviabile”. Tra le misure che la maggioranza vorrebbe includere nella riforma ci sono le nuove norme sulle intercettazioni e il reintegro dell’immunità parlamentare, prevista dal vecchio articolo 68 della Costituzione.

Dalle parole del premier, secondo quanto riferito dall’Ansa, diversi presenti hanno colto la volontà di fare della giustizia il prossimo terreno di confronto politico e, inevitabilmente, di scontro con l’opposizione. Al termine della relazione del ministro Angelino Alfano, che ha illustrato le riforme che il governo e la maggioranza intendono portare avanti, sono intervenuti diversi ministri.

Uno di loro ha ricordato l’importanza di ritornare all’immunità parlamentare prevista dall’articolo 68 nella sua versione originaria introdotta dai padri costituenti. Un punto sul quale lo stesso premier, riferiscono le stesse fonti interpellate dall’Ansa, si è trovato d’accordo, sottolineando che è un argomento che dovrà essere affrontato.

La riforma prevede, oltre alla separazione delle carriere per magistratura inquirente e giudicante, un doppio Csm per pm e giudici, la riforma elettorale del Csm, interventi correttivi sulla Cassazione, misure che rendano più semplice invocare la responsabilità civile dei giudici.

Il pacchetto conterrebbe anche misure più rigide sul ricorso alle intercettazioni, nuovamente nel mirino dopo lo scandalo Ruby, nell’ambito del quale il presidente del Consiglio sarà chiamato, il 6 aprile, a rispondere di concussione e prostituzione minorile davanti ai giudici di Milano.