Indagini, sentenze e processi lottizzati: la Giustizia come la Rai, le case e gli affitti

ROMA-Se ce la fanno, se governo e maggioranza, Berlusconi, Alfano, Bossi e i 320 e passa alla Camera, “responsabili” compresi ce la fanno a fare la “grande, grande, grande riforma”, allora processi e sentenze saranno finalmente lottizzati come la Rai e amministrati come le case e gli affitti dei Propaganda Fide e  Pio Albergo Trivulzio: sarà “Giustiziopoli” e saranno contenti. Contenti saranno anche molti cittadini di questo paese, finalmente più “vicini”, anzi prossimi e intimi all’amministrazione della Giustizia. Nella bozza di legge della tre volte grande riforma, la definizione è del premier, che il ministro Alfano gelosamente custodisce ma martedì prossimo sarà offerta alla luce del sole e all’esame del Parlamento c’è “l’elezione dal popolo” di Procuratori generali e dirigenti della Procure. Elezione, quindi selezione e carriera, candidatura e scelta su base politica dei magistrati “legati al territorio”. Esiste anche in altri paesi, negli Stati Uniti ad esempio. Ma negli Usa hanno dei “contrappesi” a questa scelta che la bozza di legge di Alfano si incarica esplicitamente di ignorare e disattivare qualora ci fossero. E noi siamo l’Italia e non gli Usa, siamo il paese dove il marchio politico e partitico genera lottizzazione e Casta, appunto come alla Rai, come a Parentopoli, Affittopoli…Con il giudice eletto avremo, sapremo abilmente trasformarlo nel giudice “di prossimità”, nel “magistrato di area”, nella “toga amica”.

Oltre ad essere eletti dal popolo i magistrati dopo la grande, grande, grande riforma non avranno più “l’obbligo dell’azione penale”. Potranno insomma scegliere quali reati perseguire e quali no. E come sceglieranno su cosa valga la pena o non valga la pena indagare e istruire processi i magistrati così finalmente liberi dall’obbligo? Il ministro della Giustizia, cioè il governo, cioè la maggioranza parlamentare, diventa il capo del Consiglio Superiore della Magistratura che si occupa del pubblici ministeri, cioè dei magistrati che indagano. Quindi chi deve far partire o non far partire un’indagine sa che sarà giudicato e “governato” da chi è al governo: si regolerà di conseguenza. Per essere chiara e non essere fraintesa la legge-riforma tre volte grande che arriva stabilisce che il Consiglio Superiore della Magistratura, quello che si occuperà dei magistrati che giudicano e fanno sentenza, una volta detto “organo di autogoverno dei giudici”, sarà composto per due terzi da “laici”. Che non vuol dire persone poco religiose, significa persone designate dai partiti politici. I “togati”, cioè i magistrati saranno nel futuro Csm uno su tre. Autogoverno, come si vede, garantito. E se anche i “laici” avessero talvolta qualche grillo per la testa? La legge che arriva è previdente: comunque mai il Csm potrà dare pareri sulle leggi che fa il governo.

Se ce la fanno e hanno grande intenzione di farcela, intenzione e numeri in Parlamento per farcela, sarà una grande opera di semplificazione…della Casta. Oggi la magistratura è accusata, talvolta non senza ragione, di essere una Casta a parte. Domani con la riforma tre volte grande coinciderà con la Casta politica. Sarà eletta insieme a lei, con i suoi simboli forse, di certo con i suoi appoggi e voti. Amministrerà la giustizia con lo stesso “pluralismo” con cui la casta politica amministra la Rai. Distribuirà inchieste, processi e sentenze con gli stessi parametri con cui la Casta assegna appartamenti ed affitti, con occhio di riguardo a chi è nel “giro” e con sguardo torvo per chi ne è fuori. E farà carriera secondo parametri e criteri della Prima Casta. Sarà finalmente una Casta Unica e ognun vede l’opportuna razionalizzazione.

La magistratura che c’è, con i suoi difetti e prerogative, non ci sarà più. Pagherà finalmente il prezzo di aver voluto “fare politica”. Se i magistrati fossero stati accorti ragionieri della politica, avrebbero evitato di suscitare l’ira funesta, se davvero da 15 anni altro non fanno che tentar di buttar giù Berlusconi il risultato di tanto sforzo dovrebbe indurli ad astenersi da muovere un dito. Ad ogni puntata della storia Berlusconi resta…più forte che pria. E ad ogni attacco subito aumenta la “grandezza” della sua reazione. Lunedì 28 febbraio si apre il primo dei quattro processi a Berlusconi: quattro processi in quaranta giorni. Imputato di reati fiscali, corruzione, concussione, prostituzione minorile. Quattro processi che Berlusconi sopporta e il paese digerisce: cresce la maggioranza parlamentare del premier, lui non si dimette, le elezioni anticipate svaniscono. Lunedì si aprono i quaranta giorni dei quattro processi che stenderebbero un “leader-toro”, ma a Berlusconi premier fanno poco più di un baffo. E martedì, appena 24 ore dopo, arriva la riforma di Alfano. Non è un caso del calendario: i giudizi hanno agitato il bastone, Berlusconi cala la clava.

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