Giustizia, il Pd al Governo: “Ecco cinque riforme da fare col cacciavite”

Andrea Orlando

Il Pd propone al governo e alla maggioranza di intervenire sull’efficienza della giustizia con ”cinque riforme col cacciavite”, vale a dire che intervengono concretamente sui meccanismo dell’amministrazione giudiziaria, anziché puntare su una grande riforma che è ormai diventata ”metafisica e fantomatica”.

Le proposte sono state presentate nel corso di una conferenza stampa dal vice segretario Enrico Letta, dal responsabile giustizia Andrea Orlando, dalla capogruppo in commissione Giustizia alla Camera Donatella Ferrante e dai due membri di questa commissione Guido Melis e Cinzia Capano.

”Sono cinque interventi – ha detto Letta – che si possono fare subito, senza entrare in un processo lungo, faticoso e dall’esito incerto e imprevedibile”. Il primo intervento ”col cacciavite” riguarda la magistratura ordinaria, la cui proroga scade a fine anno. Anziché inserire nel Milleproroghe l’ulteriore proroga il Pd chiede un provvedimento ad hoc al cui interno inserire alcuni elementi, e in particolare la stabilizzazione, l’accesso e il regime delle incompatibilità, in particolare con la professione di avvocato.

La seconda proposta riguarda la scopertura degli organici, che in alcuni Uffici tocca punte del 40%. ”Visto che Brunetta parla di esuberi in altri ministeri – ha detto Orlando – si tenga presente dell’emergenza giustizia, favorendo la mobilità verso questo ministero”.Per fare un esempio Orlando ha citato il caso del Tribunale di Roma: qui giacciono 25.000 sentenze perché mancano gli ufficiali giudiziari che le facciano applicare.

Al terzo posto il Pd inserisce la questione del processo civile, la cui delega dopo 18 mesi non è stata ancora esercitata. Il Pd sollecita il governo a farlo, in particolare puntando all’unificazione del rito. Il Pd indica poi la necessità di rivedere l’istituto della mediazione che entrerà in vigore a marzo 2011, perché così come è stato impostato ”creerà un ulteriore allungamento del processo”.

Il quinto punto è una sollecitazione al ministro Alfano: ”Faccia ciò che ha detto al Congresso dell’Anm”, ha affermato Orlando, e cioè togliere il vincolo che impedisce di utilizzare i magistrati di prima nomina nell’ambito delle procure. Non si può più parlare di ”giudici ragazzini”, hanno sottolineato Orlando e Ferrante, visto che il curriculum li porta a entrare in ruolo a oltre 30 anni. E questa norma potrebbe essere messa anche nel Milleproroghe.

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