ROMA – Giustizia triturata nella sua credibilità, qualcuno ha detto nel suo onore, qualcuno nel Csm ha detto che è come una nuova P2 dentro e intorno alla Magistratura. Non solo organizzati per correnti i magistrati, il che è opinabile ma non certo letale per la giustizia come istituzione. Non solo correnti e neanche solo vere e proprie lobby di interessi dentro la Magistratura (il che sconfina nel patologico).
No, non solo questo. Le indagini partite da Perugia su ciò che sarebbe avvenuto dentro e intorno al Consiglio Superiore della Magistratura, dentro e intorno alla successione a Procuratore Capo di Roma descrivono e raccontano di un associarsi in gruppi misti magistrati/politici/portatori di interessi per sgambettare quello, piazzare quell’altro. Letteralmente con ogni mezzo: il boicottaggio, la costruzione di un sistema di ricatti e condizionamenti, l’uso stesso del potere di indagine e ispezione a fini di banda e non di verità e giustizia.
Questo per fermare chi non piace. Per promuovere chi piace invece rete di incontri e accordi tra il segreto e il clandestino. Insomma una Magistratura nel suo operare priva di senso dello Stato, orfana di senso delle istituzioni, pronta (con tutto il rispetto per gli imprenditori del settore) a comportarsi come in una gara per gli appalti di una grandissima commessa pubblica. Gara senza regole, bottino grosso. E chi se ne frega del denaro pubblico. Denaro pubblico che in questo caso è la credibilità e l’onore dei magistrati, qualcosa di altrettanto prezioso del denaro.
Insomma le pagine del libro che la Magistratura sta sfogliando, suo malgrado, su se stessa pongono la questione se dei magistrati ci si possa fidare come cittadini. O se nei loro confronti si debba nutrire il sospetto sistematico e prudente con cui si va a comprare qualcosa in un mercato di ambulanti. Lì si soppesa, si contratta, si controlla, non ci si fida delle etichette, si sa che il venditore bluffa e inventa. Ci si può fidare della Magistratura dentro la quale i magistrati, (non certo tutti ma non certo pochi) hanno trasformato in un suk i loro incarichi e le loro carriere? Come si fa a non dubitare che questo suk continui durante l’esercizio degli incarichi?
Mentre la Magistratura annaspa per sua sola responsabilità nella corrente di un fiume che può annegarla, Salvini ministro, Salvini governo prova a bastonare cane che affoga. Il cane che affoga non è tanto la Magistratura quanto l’idea stessa di giustizia. Il ministro annuncia che iol suo ministero ha lavorato a dossier sui magistrati non obbedienti alle leggi del governo. O meglio, non obbedienti alla interpretazione che di quelle leggi dà il governo.
Il ragionamento di Salvini, pubblicamente esposto, è il seguente: se emettono sentenze che contraddicono od ostacolano le mie leggi non è per giustizia, è per militanza politica anti governo. Quindi Salvini ha messo al lavoro i suoi: dove siedono, che dicono, con chi familiarizzano questi magistrati quando vanno ai convegni? Che hanno scritto in libri o articoli? Chi conoscono o frequentano? Insomma come la pensano? Dossier, dossier e lista dei non ubbidienti.
Pezzi consistenti della Magistratura accusati di fare strage e mercimonio degli incarichi e delle attività, governo che fa coriandoli della garanzia principe della giustizia in uno Stato liberale, governo che fa dossieraggio e liste dei giudici…anti patriottici? Giustizia triturata, a più mani.