Governo: l’8 per mille del 2011 a protezione civile e carceri

Pubblicato il 2 Gennaio 2012 - 23:13| Aggiornato il 3 Gennaio 2012 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’otto per mille per il 2011 è destinato solo alla Protezione Civile e all’edilizia carceraria. Non è possibile inviare alle Camere un decreto contenente altre ripartizioni a causa della limitatezza di tali fondi. Lo scrive il premier Mario Monti in una lettera inviata ai presidenti delle Camere Renato Schifani e Gianfranco Fini.

Nella missiva, il professore spiega che comunque non sono stati toccati gli stanziamenti già previsti per il ministero dei Beni culturali. Nell’importo in questione, pari a circa 145 milioni di euro, oltre la metà è stato destinato alla Protezione Civile per le esigenze della flotta aerea antincendi dal precedente governo. La rimanenza è stata invece destinata dall’attuale esecutivo ”alle esigenze dell’edilizia carceraria e per il miglioramento delle condizioni di vita nelle prigioni”.

Non sono stati toccati quindi i fondi del ministero per i beni culturali – spiega Palazzo Chigi – né sono state tradite in alcun modo, né da questo né dal precedente esecutivo, le attese degli italiani che hanno destinato la quota dell’otto per mille alle esigenze dello Stato: tali sono la Protezione Civile e l’edilizia carceraria.

A causa della mancanza di disponibilità finanziaria – si legge in una nota diffusa dal governo – pertanto nessuno dei progetti presentati con scadenza 15 marzo 2011 è stato ammesso a contributo.

Nella nota si ricorda che le risorse relative alla parte dell’otto per mille che gli italiani hanno destinato alle esigenze dello Stato vengono ripartite tra importanti iniziative di interesse nazionale, quali le calamità naturali, i restauri, l’assistenza ai rifugiati o la fame nel mondo. Pertanto, è il ragionamento fatto da Palazzo Chigi, la scelta se effettuare interventi a pioggia o concentrare l’investimento prioritariamente in alcuni dei settori di pubblica utilita’ viene effettuata in ragione della disponibilita’ del bilancio e dell’impellenza delle necessità.