Governo: in agenda il piano crescita e informativa sul federalismo

Giulio Tremonti

ROMA – Dare una ”frustata” all’ economia con un piano di rilancio e chiudere in tempi brevi il capitolo del federalismo rispettando le procedure chieste dal capo dello Stato prima di firmare il decreto attuativo della riforma voluta fortemente dalla Lega e che è alla base del patto tra Pdl e Carroccio che tiene in piedi la maggioranza. Questi i due punti nell’agenda del governo che si riunira’, in seduta straordinaria, mercoledì mattina per varare quel pacchetto di misure su cui il presidente del Consiglio punta per rafforzare l’immagine di fattiva laboriosita’ dell’esecutivo e uscire dall’angolo delle polemiche sulla vicenda Ruby.

Il piatto forte della ricetta berlusconiana per far reagire il Paese alla crisi economica è la modifica dell’articolo 41 della Costituzione che fissa i principi della libertà di iniziativa economica. Secondo Berlusconi bisogna agire in modo radicale contro i lacci e lacciuoli burocratici che spesso rendono defatigante avviare una impresa sancendo, con una aggiunta o una riscrittura della Carta Costituzionale, il valore della libertà di impresa. Se per il premier agire sulla Costituzione, nonostante i tempi parlamentari della doppia lettura di entrambe le Camere, è l’unico modo per tagliare il nodo gordiano della burocrazia e favorire lo sviluppo economico lo si capirà nel prossimo Consiglio dei ministri che dovrà esaminare anche altri due capitoli del pacchetto: il Mezzogiorno e il piano casa.

Si tratta di far partire le opere infrastrutturali per il Sud e di cercare di dare una spinta per nuove costruzioni come previsto dal piano casa previsto fin dall’inizio della legislatura. Per quanto riguarda il federalismo, in agenda non c’e’ nulla di fissato dopo le obiezioni del Quirinale sul decreto legislativo che doveva varare la grande riforma. Per ora c’è l’annuncio del ministro Roberto Calderoli che ”presto” andra’ in Parlamento per un’informativa sull’intenzione del governo di andare avanti con il decreto attuativo, varato la sera del 3 febbraio, anche in presenza di un responso negativo della ‘bicameralina’.

La legge, richiamata da Napolitano, consente, infatti, al governo di procedere all’attuazione del federalismo motivando però alle Camere perché non intende avvalersi del parere consultivo della commissione. Spetta alle conferenze dei capigruppo di Camera e Senato, presiedute da Gianfranco Fini e Renato Schifani, che si dovranno riunire ad inizio settimana, calendarizzare l’intervento del ministro Calderoli e decidere se si dovra’ votare. In caso di una votazione sulla relazione, Calderoli ha gia’ fatto sapere che chiedera’ la fiducia.

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