ROMA – Il governo M5s-Pd prende forma e il totoministri si scatena. Dopo la conferma ricevuta dai Cinque Stelle e da Luigi Di Maio, ora il premier incaricato Giuseppe Conte presenterà il 4 settembre al presidente Sergio Mattarella la lista di nomi per i dicasteri del suo governo “bis”.
Una volta superato il nodo del vicepremier, per Di Maio sembrano aprirsi le porte del ministero degli Esteri, mentre l’ambito Viminale che era di Matteo Salvini potrebbe andare a un’esterna, l’ex prefetto di Milano Luciana Lamorgese. Il ministero delle Infrastrutture invece vedrà l’addio di Danilo Toninelli, al cui posto arriva il 5S Stefano Patuanelli, mentre Di Maio cede il ministero del Lavoro forse a Paola De Micheli del Pd.
Palazzo Chigi, “lavoro a oltranza” per la squadra
Intanto nella tarda serata del 3 settembre, una nota da Palazzo Chigi parla di lavoro “a oltranza” per comporre la squadra di governo. Ancora tanto è in discussione, incluse alcune caselle che in serata venivano considerate chiuse.
Secondo fonti parlamentari sarebbe aperta la partita anche per l’incarico delicato di sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Il premier vorrebbe infatti un nome di sua stretta fiducia come quello del segretario generale della presidenza, Roberto Chieppa. Ma il M5s starebbe spingendo per assegnare l’incarico a un proprio esponente, come Vincenzo Spadafora o l’attuale ministro Riccardo Fraccaro.
Zingaretti pronto a mischiare vecchia e nuova generazione dem
Punta su nomi di rinnovamento, Nicola Zingaretti. A quanto trapela in queste ore dal Nazareno, il segretario propone per la squadra di governo nomi di esperienza come quelli di Dario Franceschini e Lorenzo Guerini, ma al loro fianco una “nuova generazione” di Dem. A rappresentare il Pd nel governo sarà Franceschini, come capo delegazione, ma anche Paola De Micheli, che – viene spiegato – con ogni probabilità avrà un dicastero e rappresenterà la segreteria in Consiglio dei ministri.
Quanto ai nomi nuovi che avanzano in queste ore, si fanno quelli di Peppe Provenzano, Roberto Gualtieri, Enzo Amendola, Anna Ascani, Francesco Boccia. La partita si è sbloccata – viene sottolineato – anche grazie al gesto di Andrea Orlando che ha deciso di non entrare nel governo ma restare al partito, un atto che viene definito “di generosità”
Totoministri: i nomi e i ministeri
Secondo le prime indiscrezioni del totoministri, la squadra del governo giallo-rosso potrebbe essere così composta: 9 ministri a M5s, 7 al Pd, 1 a Leu e infine due indipendenti, probabilmente il ministro dell’Economia e quello dell’Interno. Nomi e caselle sono ancora ballerini ma secondo diverse fonti Pd, M5s e Dem dovrebbero avere nel governo un numero pressoché pari di ministri, nonostante il Pd abbia 104 deputati e 51 senatori (prese il 18% alle elezioni) e il M5s 216 e 107 senatori (vinse con il 30%).
Per il dopo Giovanni Tria all’Economia i nomi più “papabili” sarebbero quelli di Salvatore Rossi, ex direttore di Banca d’Italia, Carlo Cottarelli, ex Fmi, o ancora Dario Scannapieco, numero due della Banca Europea degli investimenti.
Delicata anche l’assegnazione del Viminale per il dopo Salvini. Il nome più chiacchierato per l’incarico è quello di Lamorgese, ma spunta tra i favoriti anche l’ex direttore del Dis, Alessandro Pansa. Non sono da escludere nemmeno Franco Gabrielli e Lorenzo Guerini, attuale presidente Copasir.
Dopo l’addio alla poltrona di Andrea Orlando del Pd, per cui si prospettava la Farnesina, il totoministri vorrebbe al suo posto con voci sempre più insistenti l’arrivo di Di Maio, che lascerebbe dunque al partito democratico il ministero dello Sviluppo Economico e quello del Lavoro.
Per il Mise spuntano i nomi di Paola De Micheli (Pd) e del sottosegretario M5s Stefano Buffagni. Al ministero del Lavoro invece i nomi in pole position sono quelli di Graziano Delrio, Giuseppe Provenzano e Teresa Bellanova. Addio anche a Toninelli, al suo posto al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture potrebbe arrivare Patuanelli.
Al momento sembrerebbero confermati invece Bonafede, Grillo, Bonisoli, Lezzi rispettivamente a Giustizia, Salute, Beni Culturali e ministero del Sud. Al Pd andrebbero inoltre il ministero dell‘Istruzione, per cui si fa il nome però del 5S Nicola Morra, della Difesa, dell’Agricoltura, degli Affari europei, dei Rapporti con il parlamento e della Famiglia. Stefano Inca invece potrebbe essere il prossimo ministro per il Turismo o della Pubblica amministrazione.
Un posto anche per Leu: Muroni all’Ambiente?
Sembra intanto slittare l’incontro, che era stato ipotizzato alle 22 di martedì, tra Conte e la delegazione di Leu, composta dai capigruppo Federico Fornaro e Loredana De Petris. I dirigenti di Leu nel pomeriggio si sono riuniti a Montecitorio e al termine dell’incontro è emersa la richiesta di entrare nel governo con pari dignità. In questa chiave viene considerata in pole position per un ministero la deputata Rossella Muroni, probabilmente all’Ambiente. (Fonte Quotidiano.net, SkyTg24, TgCom, ANSA)