Governo, la Lega non cede sui ministeri, e chiede un confronto con Berlusconi

ROMA, 27 LUG – Il si' alle missioni, seppure a denti stretti, come era previsto e' arrivato. Ma sull'altra questione calda delle ultime 24 ore, quella del decentramento dei ministeri, la Lega tiene il punto. E anche se i big del Carroccio continuano a rimanere in silenzio, l'irritazione per lo 'schiaffo' di Napolitano e' palese, espressa a chiare lettere dalle 'seconde file'.

Dopo lo strappo su Papa, tra l'altro,'l'affaire' dei ministeri rischia di essere un nuova miccia per i rapporti non proprio idilliaci della maggioranza. Perche' se la Lega, come sembra, sui ministeri non molla, e' vero anche che il premier non ha gradito l'apertura di un altro fronte con il Capo dello Stato. E domani in apertura del Consiglio dei ministri, cui non dovrebbe partecipare Bossi che da due settimane manca da Roma, Berlusconi esortera' i ministri interessati- come ha garantito al Quirinale – a fare una riflessione su questo tema.

Una iniziativa che potrebbe trasformarsi in un vero e proprio chiarimento con i lumbard: chiarimento che ancora una volta passera' per Maroni e Calderoli visto che il Senatur si e' fatto raggiungere solo al telefono, rimandando il faccia a faccia con il premier che anche oggi, incontrando i governatori delle Regioni del Pdl, ha espresso le sue preoccupazioni per le tensioni interne ai Lumbard, pur convinto che si risolveranno. Divisioni cui comunque si aggiunge, a quanto filtra dagli ambienti leghisti, un nuovo malumore, questa volta verso il ministro della Semplificazione, che avrebbe 'forzato la mano' con la sua iniziativa sul ddl di riforma della Costituzione.

Certo e' che invece i leghisti sono compatti e battaglieri sui ministeri. E non si faranno fermare nemmeno dalle perplessita' ''incomprensibili'' del Colle verso un atto ''simbolico'' che, come spiega Matteo Salvini, e' solo ''la tappa di un percorso che ha come approdo finale il federalismo''. Se Napolitano ''e' preoccupato perche' apriamo tre uffici a Monza, allora quando l'Italia diventera' una repubblica federale cosa fara' – si chiede l'eurodeputato del Carroccio – si frustera' sulla pubblica piazza?''.

L'apertura delle sedi alla Villa Reale di Monza, gli fa eco il sindaco di Varese Attilio Fontana, ''e' il primo passo verso quel benedetto processo di federalismo di cui tutti parlano ma che nessuno, evidentemente, vuole realizzare''. Anche perche', aggiunge il governatore del Veneto, Luca Zaia, ''stiamo parlando della capitale reticolare'' e portare le sedi dei dicasteri nei territori altro non e' che ''l'opportunita' di garantire l'unita' del Paese, assegnando i ministeri al Nord come al Sud''.

Anche su questo si attende pero' la parola finale di Bossi, che non dovrebbe arrivare prima di venerdi', quando fara' le sue ''comunicazioni'' al consiglio federale della Lega.

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