Governo Letta, Andrea Romano: “Scelta Civica non all’altezza”

Pubblicato il 28 Aprile 2013 - 13:32| Aggiornato il 21 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Scelta Civica non è stata all’altezza della situazione”: Andrea Romano, deputato con Mario Monti arrivato da Italia Futura, think tank di Luca Cordero di Montezemolo, non ha apprezzato il ruolo del partito nel governo Letta.

“O il partito si ripensa o rischiamo di non avere alcuna rilevanza. Premesso che quello di Letta è un ottimo governo che si fonda su una formula, quella delle larghe intese, che Scelta Civica ha proposto all’indomani del voto, noi diamo un apporto deludente, ha spiegato in un’intervista a Repubblica.

“I ministri espressi dagli altri partiti sono in gran parte innovativi e di qualità. Sono invece perplesso dal contributo di Scelta Civica che avrebbe potuto partecipare al governo con figure altrettanto innovative come Calenda, Borletti, Capua, Tinagli o Giannini. Pd e Pdl hanno fatto meglio di noi”. Scontento dei nomi o del peso nel governo? “Avremmo potuto essere rappresentati con un pattuglia più larga e innovativa, invece abbiamo espresso un ex ministro, Moavero, e un ex parlamentare di Forza Italia dal 1999 come Mauro. È uno spunto che deve essere affrontato con franchezza e severità rispetto a cosa è Scelta Civica. Monti in campagna elettorale parlava di riformismo radicale, non mi sembra che abbiamo mantenuto questa promessa”. Chiede un riequilibrio quando si sceglieranno i sottosegretari o il nuovo capogruppo? “Per quanto mi riguarda ho da tempo comunicato di non essere interessato ad alcun ruolo, nonne faccio una questione di poltrone ma di messaggio che trasmettiamo al Paese e di coerenza verso i nostri elettori. In un governo innovativo diamo un messaggio antiquato”. I contrasti tra montezemoliani e cattolici sono iniziati subito dopo il voto. Aria di scissione? “Dobbiamo riflettere con franchezza sul futuro, non possiamo vivacchiare come una piccola forza moderata in stile Udc, dobbiamo darci un profilo più innovativo e liberale. La nostra funzione non può più essere quella di mettere d’accordo Pd e Pdl. O ci sarà un cambio di passo o Scelta Civica non avrà alcuna rilevanza nel Paese. Il pericolo di dissoluzione è nei fatti e non sono sicuro, come invece ha detto Monti, che il nostro futuro sia l’alleanza con Berlusconi”.