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Governo, voti e gravidanze. Mogherini (Pd): “Tre donne pdl non votino”. Intanto le Camere si attrezzano

di Maria Elena Perrero |13 Dicembre 2010 20:34

Federica Mogherini

Tre donne del Pdl rinuncino a partecipare al voto di fiducia per compensare l’assenza delle tre puerpere intenzionate a votare la sfiducia a Berlusconi: è questo il singolare appello lanciato da Federica Mogherini (Pd) una delle tre mamme in attesa che rischia di non votare domani la mozione di sfiducia.

”Lo stress ormai ce l’ho l’unica cosa che mi tranquillizza è che mi sembra di capire che l’esito non dipende da un singolo voto. Ho visto che ci sono vari indecisi, come Guzzanti o alcuni di Fli”.

Mogherini non sa ancora se domani sarà a Montecitorio: ”La gravidanza di Marta è a scadenza oggi stesso – racconta – se la piccolina decide di aspettare qualche giorno domani vengo a votare, anche perché sto bene. Se vuole uscire oggi o domani dovrò optare per la sala parto”, scherza la parlamentare.

Diverso è il caso delle sue due colleghe di Fli, Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza, entrambe con gravidanze a rischio: ”Non le ho sentite – riferisce Mogherini – e non so come stanno. Con Bongiorno ho parlato prima della pausa dei lavori parlamentari, quando non c’era ancora l’incubo del pallottoliere. Entrambe avevamo concordato che è assurdo che il regolamento della Camera non preveda nulla per le donne incinte. E’ prevista l’assenza per malattia e per la missione, ma non quella per la gravidanza”.

E poi l’appello: ”Faccio un appello a Barbara Saltamartini che è la responsabile femminile del Pdl, oltre ad essere mia coetanea. Le chiedo che per ciascuna di noi donne incinte che non possiamo venire a votare la sfiducia ci sia una donna del Pdl che rinunci a partecipare al voto. Sarebbe un gesto di solidarietà e anche di fair-play che rinobiliterebbe l’immagine del Parlamento”.

”In Germania – racconta Mogherini, che è membro della commissione Esteri – è prassi fare così: quando c’è un voto fondamentale per la sorte del governo e un parlamentare è impedito a partecipare, anche un deputato dell’altro schieramento rinuncia a votare”.

La replica di Alessandra Mussolini. Le puerpere votino via web: questa la proposta di Alessandra Mussolini (Pdl) alla richiesta di Mogherini (Pd). ”La proposta di Mogherini sarebbe una ulteriore rinuncia. Le donne quando conducono le loro battaglie non devono rinunciare ai propri diritti, anzi, ma devono ottenere tutte quello che spetta loro. Per questo non condivido questa proposta”.

”Ma come – esclama Mussolini – facciamo le teleconferenze mondiali in cui si decidono le sorti dell’umanità e non siamo in grado di far votare via web Federica Mogherini? Basta una telecamerina, un collegamento internet, e al momento della chiama il presidente chiede alla parlamentare come vuole votare”.

Sulla questione di regolamento che, al momento non prevede il televoto, Mussolini risponde: ”Allora bisogna aggiornare il regolamento; non è impossibile che per un regolamento antistorico e burocratico un parlamentare non possa esercitare il diritto di voto. Siamo nel 2010 o nel Medioevo?”. ”Noi ora faremo una battaglia – conclude Mussolini – però Fini doveva essere lui a prendere l’iniziativa e a cambiare il regolamento”.

La risposta di Barbara Saltamartini. Chiamata in causa dalla stessa Mogherini, la responsabile nazionale del settore Pari Opportunità del Pdl Saltamartini ai microfoni di Radio2 declina l’invito della collega del Pd. “Faccio i migliori auguri alla Mogherini in questo momento importante – dice la Saltamartini – ma il regolamento vuole che io voti. Aspetto la collega al rientro della maternità per cambiare assieme il regolamento della Camera”.

Le Camere attrezzate. La Camera ”è attrezzata per una prima assistenza, ma non credo per un parto”. Però ”tra noi ci sono diversi ginecologi, e saremo tutti certamente pronti a intervenire in caso di necessità”. Lo afferma Giuseppe Palumbo, ginecologo e presidente della commissione Affari sociali della Camera, alla vigilia del voto di fiducia alle Camere, cui potrebbero partecipare anche tre parlamentari ‘in dolce attesa’: Federica Mogherini (Pd), Giulia Cosenza (Fli) e Giulia Bongiorno (Fli).

”Certo, quando situazioni del genere ‘precipitano’ – continua – di solito diventa anche tutto più semplice. In ogni caso, ci sono anche le ambulanze sempre pronte fuori dal palazzo”. Il Senato, invece, dice il presidente della commissione Sanità, Antonio Tomassini, “è attrezzatissimo, anche eventualmente per un parto d’urgenza”, anche se ”forse è alla Camera dove, per età, il problema si pone più spesso”. In ogni caso, ”se ci fosse minaccia di parto prematuro, sarebbe meglio non spostare” la partoriente.

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