Governo, niente fiducia: si vota a settembre/ottobre, a gennaio aumentano Iva e benzina

Governo, niente fiducia: si vota a settembre/ottobre, a gennaio aumentano Iva e benzina
Governo, niente fiducia: si vota a settembre/ottobre, a gennaio aumentano Iva e benzina

ROMA – Si tornerà alle urne subito dopo un’estate che si annuncia di fuoco, il nuovo governo di emergenza non riceverà la fiducia perché due terzi del Parlamento non voteranno Cottarelli.[App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Con la complicazione, per il “popolo”, che solo un governo nell’esercizio delle sue funzioni può scongiurare l’aumento previsto di Iva e benzina a gennaio prossimo.

Governo senza fiducia, voto a settembre. Il premier incaricato Carlo Cottarelli dovrebbe completare la sua lista già domani e presentarsi al Quirinale per sciogliere la riserva. Poi, dopo il giuramento e il passaggio della campanella con Paolo Gentiloni, potrebbe andare subito al Senato a chiedere la fiducia, anche se c’è chi non esclude il voto la prossima settimana.

Chiederà il sostegno al suo governo per traghettare il Paese verso le urne nel 2019 e intanto in autunno varare la legge di bilancio. A Palazzo Madama i voti contrari all’esecutivo del professore sarebbero già 246, 85 in più della maggioranza assoluta di 161.

Dunque – secondo fonti parlamentari – Cottarelli potrebbe presentarsi al Quirinale per rassegnare le dimissioni subito dopo la sfiducia del Senato, senza passare dalla Camera. In questo caso, resterebbe dimissionario in carica per gli affari correnti fino alle elezioni, che sarebbero “dopo agosto”.

A gennaio aumentano Iva e benzina. Se, come ampiamente pronosticabile, i partiti decideranno di andare al voto prima dell’approvazione della legge di bilancio, a gennaio la stangata sui consumi sarà inevitabile: solo un nuovo governo può, come si dice, sterilizzare le famose clausole di salvaguardia. Senza interventi aumenterà l’Iva, aumenteranno le accise sulla benzina.

Dopo la sterilizzazione del 2018, gli aumenti Iva previsti dalle clausole di salvaguardia restano intatti per i prossimi anni. Come previsto l’aliquota Iva ridotta del 10% passerà all’11,5% dal primo gennaio 2019 e al 13% dal primo gennaio 2020. L’aliquota Iva ordinaria del 22% passerà al 24,2% dall’1 gennaio 2019, al 24,9% dall’1 gennaio 2020 e al 25% dall’1 gennaio 2021.

Con la manovra 2018, tuttavia, il governo in carica si è portato un po’ avanti, reperendo 6,1 miliardi per la parziale sterilizzazione 2019: allo stato attuale l’aliquota ridotta nel 2019 dovrebbe salire “solo” all’11,5% e quella ordinaria al 24,2%. Per la totale sterilizzazione dell’aumento Iva 2019, il prossimo governo, qualunque sia il suo colore, dovrà ancora reperire 12,4 miliardi. (Andrea Marini, Il Sole 24 Ore)

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