ROMA – Il Senato sarà il primo ramo del Parlamento al quale il governo presieduto da Matteo Renzi chiederà il voto di fiducia. Rispettando la regola della “culla” secondo la quale, per un principio di alternanza, l’esecutivo deve nascere in una Camera diversa rispetto a quella in cui ha preso il via il precedente governo, stavolta è il turno di Palazzo Madama.
Il calendario dei “lavori” è piuttosto serrato: si comincerà lunedì 24 febbraio alle 14 con le comunicazioni del presidente Pietro Grasso. Il dibattito prenderà il via alle 15.30 e lo spazio per le repliche e la dichiarazione di voto si aprirà alle 20. Alle 22 inizierà la prima chiama per il voto di fiducia la cui conclusione è prevista in serata.
Martedì 25 sarà il turno di Montecitorio. Un orario preciso ancora non è stato fissato visto che il compito di stilare un calendario definitivo toccherà alla Conferenza dei capigruppo convocata per lunedì pomeriggio. Ma Renzi alla Camera verrà comunque lunedì, anche se solo per consegnare le dichiarazioni programmatiche che avrà già illustrato al Senato. Poi vi farà ritorno il giorno successivo, martedì, per chiedere, anche qui, il voto di fiducia per il suo governo. In attesa che la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio fissi un calendario preciso, si sa che martedì mattina dovrebbe esserci la discussione generale. Seguita dalla replica del premier, dalle dichiarazioni di voto e dal voto. L’intenzione, anche in questo caso, è di concludere tutto in giornata. Al massimo nel tardo pomeriggio.
Una fiducia in due giorni, così com’è stato anche per i governi Letta e Monti. Una volta incassato il “via libera” dal Parlamento, al governo Renzi toccherà un’ altra gravosa incombenza: quella dei sottosegretari. Secondo fonti parlamentari della maggioranza, l’idea era quella di nominarli già in questa prima riunione del Consiglio dei ministri, ma poi si sarebbe preferito aspettare il voto di fiducia del Parlamento. Esponenti del governo assicurano che un’eventuale loro nomina potrebbe avvenire il giorno immediatamente successivo. Da un punto di vista programmatico, invece, il ministro Maurizio Lupi assicura che si rimetteranno subito in pista le riforme costituzionali, che dovranno andare di pari passo con la legge elettorale.
Ma l’elenco delle priorità indicate dal’esecutivo Renzi è lungo e ambizioso: provvedimenti per rilanciare il lavoro (a marzo), riforma e snellimento della Pubblica amministrazione (ad aprile), misure su fisco (a maggio) e riforma della Giustizia (a luglio).
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