ROMA – Marò, lavoro e scuola. Uno dopo l’altro, uscendo dal Quirinale dopo aver prestato giuramento, i ministri del neo governo Renzi elencano le loro priorità. Punti di un programma già delineato, in attesa dei fatti, a conferma che non c’è tempo da perdere.
I marò “sono il primo pensiero, la prima preoccupazione che dobbiamo avere”, dice il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, dopo aver giurato nelle mani del capo dello Stato. Mentre Federica Mogherini, ministro degli Esteri, glissa cortesemente con i giornalisti che la incalzano. Preferisce camminare in fretta verso Palazzo Chigi, per mettersi subito al lavoro. “Ci vedremo presto, parleremo poi, ora devo andare a lavorare”, insiste Mogherini. E a chi le chiede se ha sentito Emma Bonino, si limita a rispondere: “Certo”.
Il neo ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia spiega quale sarà la sua agenda per rendere più efficiente il lavoro nei ministeri. La sua ricetta è una “giusta mobilità” negli incarichi dei dirigenti che “valorizza la loro professionalità” e attenzione ai precari “vittime di uno Stato che non è riuscito a decidere per il giusto accesso” al mercato del lavoro pubblico. Ai giornalisti che la incalzano con le domande, Madia, sul fronte precari, risponde: “Le risorse sono poche”, ma “ci sarà attenzione e sensibilità rivolta a loro come lavoratori preziosi per la Pa”. Abito nero, all’ottavo mese di gravidanza, racconta di aver saputo dell’incarico mentre guardava il cartone di Peppa Pig insieme al figlio. Una cosa, dice, che “non capita tutti i giorni” continua.
Per il neo ministro dell’Istruzione Stefania Giannini è invece necessario affrontare al più presto la questione dell’edilizia scolastica, “un’emergenza che non può essere rimandata”. “Da ministro – ha aggiunto – dovrò capire i problemi dal di dentro e lavorare su vari temi, dall’autonomia degli istituti alla sperimentazione”. Per quanto riguarda la ricerca ha detto che finora è stata una Cenerentola e che ora deve diventare “principessa”. “L’istruzione è la base per il futuro del Paese”, ha detto ancora. Poi ha confermato che rimarrà segretario di Scelta civica: “Non dovrei?”, ha risposto a una domanda dei giornalisti.
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