Governo: si allungano tempi 'rimpastino' dopo Alfano

ROMA – Domani Angelino Alfano diventa il segretario del Pdl e riparte il 'toto-nomine' su chi prendera' il suo posto a Via Arenula. I nomi che circolano sono tanti. Ma e' molto probabile, spiegano alcuni vertici del partito, che il nome del vero candidato uscira' fuori solo dopo l'estate (''non prima di settembre'') perche' Alfano potrebbe non rassegnare tanto presto le sue dimissioni da Guardasigilli visto che c'e' ancora da completare l'iter legislativo del Codice antimafia. E solo dopo questo appuntamento, aveva detto, avrebbe lasciato il suo incarico al ministero.

Nell'attesa, i piu' 'papabili' vengono giudicati Anna Maria Bernini, avvocato civilista e professore di Diritto Comparato; Donato Bruno, gia' presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera; Francesco Nitto Palma, magistrato di lungo corso ora sottosegretario all'Interno; Paola Severino, avvocato penalista, difensore, tra gli altri, di Berlusconi e del sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo.

Ma nel Pdl pero' si fanno anche i nomi di Maurizio Paniz, il penalista che riusci' a far votare l'Aula di Montecitorio sul fatto che il premier credeva davvero che Ruby fosse la nipote di Mubarak, e di Enrico Costa, anche lui avvocato di Cuneo e attuale capogruppo del Pdl in commissione Giustizia di Montecitorio.

Perde quota invece la candidatura, di cui si era parlato qualche tempo fa, di Roberto Castelli, ora viceministro ai Trasporti ed ex Guardasigilli. ''Perche' in un momento come questo – si spiega sempre tra i berlusconiani – si dovrebbe lasciare alla Lega anche il ministero della Giustizia?''.

E nei giorni scorsi era circolato con una certa insistenza anche il nome di Augusta Iannini, capo dell'Ufficio legislativo di Via Arenula e moglie di Bruno Vespa. Allo stato pero' sono in pochi quelli pronti a scommettere su una sua reale candidatura.

Chiunque tra questi prendera' il posto di Alfano, non avra' vita facile. Oltre alla riforma costituzionale della Giustizia (definita piu' volte ''epocale'' proprio da Alfano) dovra' 'vedersela' anche con il ddl intercettazioni, oggi rimesso all'ordine del giorno dei lavori dell'Aula anche se nell'ultima settimana di luglio; con la cosiddetta 'prescrizione breve', ancora all'esame del Senato; con la responsabilita' civile dei magistrati: una norma ormai uscita definitivamente di scena dal ddl Comunitaria, dopo la bocciatura di ieri dell'articolo 1, ma che potrebbe essere inserita a breve in un nuovo provvedimento.

Ma la sostituzione del ministro della Giustizia potrebbe far parte di una sorta di 'mini-rimpasto'. E' vacante da mesi, infatti, la poltrona alle Politiche Comunitarie abbandonata da Andrea Ronchi in seguito alla fuoriuscita dei finiani dal Pdl.

Ora, la voce piu' accreditata vorrebbe che al posto di Ronchi, che comunque non sembra aver perso la speranza di tornare, potrebbe andare l'attuale capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni, primo firmatario, tra l'altro, della legge considerata uno dei fiori all'occhiello della Lega, per la difesa del Made in Italy. Sarebbe un modo, questo, per sedare anche i contrasti tra i leghisti. Non e' un mistero, infatti, che i deputati piu' vicini a Maroni vedrebbero bene come capogruppo Giacomo Stucchi.

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