Governo, Terzi: “Con Berlusconi l’Italia aveva perso credibilità”

ROMA – ''Il rafforzamento della credibilità è obiettivo necessario nell'attuale fase, che richiede da parte nostra uno sforzo particolare e l'assunzione di responsabilità più grandi''. Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera Giulio Terzi di Sant'Agata, neoministro degli Esteri, a proposito del ruolo internazionale dell'Italia.

Il titolare della Farnesina illustra al quotidiano di via Solferino le priorità del suo mandato. ''Importante'', spiega, sarà ''intensificare il rapporto tra Europa e Stati Uniti all'interno del G20'', mentre altrettanto necessario è ''rispondere in modo efficace alla crisi dell'eurozona e al grande dibattito sul percorso dell'integrazione europea''.

La credibilità di un Paese per la politica estera è ''decisiva'', precisa il ministro, che però non è completamente d'accordo sul fatto che ''l'Italia avesse perso credibilità presso i partner''.

Tuttavia, ''la crisi dell'eurozona e la primavera araba – prosegue Terzi – hanno creato una situazione nella quale l'affermazione del nostro ruolo, ergo la dimostrazione che siamo credibili, è dettata dalla contingenza. In questo senso abbiamo il problema di dimostrare che in Europa sia un vantaggio avere l'Italia come partner paritario nei processi decisionali. E sia invece negativo costituire gruppi chiusi, direttori, piccole conventio ad excludendum, purtroppo viste negli ultimi anni''.

Per quanto riguarda la primavera araba, Terzi di Sant'Agata sottolinea che gli europei non devono ''interferire'' con il percorso verso la democrazia avviato da alcuni Paesi, ma devono avere comunque ''la responsabilità e la consapevolezza di poter fare di più'', in particolare sotto il profilo dello sviluppo economico di questi Paesi.

Sull'Iran il giudizio è netto: leggendo il rapporto dell'Aiea, spiega il responsabile della Farnesina, non ci sono dubbi ''sulla militarizzazione del programma nucleare iraniano'' e per questo occorre trovare modi per convincere Teheran ''a tornare in buona fede al tavolo del negoziato''.

Grande attenzione, infine, nei confronti dei diritti umani, il cui rispetto sarà un punto su cui ''intendersi'' con i partner non occidentali, Cina e Russia in primis.

Gestione cookie