ROMA – Far uscire l’Italia dall’impasse parlamentare. Trovare un governo subito. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha preso personalmente in mano la situazione per un “governo del presidente”. Ma chi sarà il prossimo premier incaricato? E’ già partito il totonomi. Se fino a qualche giorno fa il nome più gettonato era quello di Pietro Grasso, le ultime uscite contro Marco Travaglio e i battibecchi con Giancarlo Caselli hanno persuaso Napolitano che l’ex procuratore nazionale antimafia non sia forse in grado di ricoprire il ruolo di premier.
Ma ci sono altri nomi che nell’ambiente del Quirinale sono in pole position. Il primo, il più gettonato, che circola da giorni e circolava anche prima dell’incarico dato poi a Bersani, è quello di Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno. Nome che Napolitano sceglierebbe volentieri, ma che ha però una pecca: è una “tecnica” e potrebbe scontare i “no” di chi vuole chiudere definitivamente con l’esperienza Monti.
Cancellieri, Grasso ma non solo. Come scrivono Francesco Bei e Goffredo De Marchis su Repubblica, girano anche i nomi di Fabrizio Saccomanni e Fabrizio Barca.
Ma nel Pd, che si prepara alla sanguinosa resa dei conti del dopo Bersani, si punta piuttosto sul nome di Fabrizio Barca, il ministro più vicino all’ala sinistra del partito, e con le caratteristiche e il curriculum giusti per governare i conti pubblici. Gli altri due candidati naturali a guidare un governo di scopo sono il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, o Giuliano Amato. Il Pdl aprirà su nomi diversi da Bersani. Confermerà la linea delle larghe intese.
C’è anche Graziano Delrio, presidente dell’Anci e sindaco di Reggio Emilia. Il Sole 24 Ore riporta poi altri nomi: si tratta di Luciano Violante, oppure costituzionalisti come Enzo Cheli, Valerio Onida e Piero Alberto Capotosti. Il Messaggero fa anche il nome di Franco Gallo, presidente della Corte Costituzionale, e quello di Emma Bonino. Il Fatto Quotidiano riporta quindi i nomi del Movimento 5 Stelle. Si tratta di Gustavo Zagrebelsky, Salvatore Settis e Stefano Rodotà.
Lo scenario è dunque quello di un governo del presidente per riformare la legge elettorale e affrontare la crisi economica con alcuni provvedimenti d’urgenza. Già si parla della data delle prossime elezioni, da tenersi dopo le europee di maggio 2014.
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