ROMA – Sulle liste degli iscritti alla Massoneria, Rosy Bindi “non ha alcun potere”. Così Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (Goi), annuncia battaglia contro la presidente della Commissione Antimafia che ha spedito gli uomini dello Scico, il reparto speciale della Guardia di Finanza che si occupa di criminalità organizzata, a sequestrare tutti gli elenchi degli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche: Grande Oriente d’Italia; Gran Loggia Regolare d’Italia; Serenissima Gran Loggia d’Italia; Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori.
Da tempo l’Antimafia ha acceso un faro su ipotetici rapporti tra mafie e massoneria sia in seguito agli sviluppi di alcune inchieste della Dda di Reggio Calabria, sia dopo l’audizione della procuratrice aggiunta di Palermo, Teresa Principato, che ha riferito di una presunta rete di protezione di cui godrebbe il boss latitante Matteo Messina Denaro.
“Ci opporremo con tutte le nostre forze all’atto arbitrario di cui siamo stati oggetto”, ha detto Bisi in una conferenza stampa al Vascello. E ha ricordato i massoni vittime del nazismo e del terrorismo: “Altri elenchi, se volete, vi darò – ha detto ai giornalisti – Sono quelli dei 19 fratelli massoni che vennero trucidati alle Fosse Ardeatine. Noi abbiamo dato il sangue per costruire l’Italia e questa Repubblica e abbiamo avuto le nostre vittime, vittime del terrorismo e della criminalità organizzata”.
Il Gran Maestro ha poi annunciato per il 24 marzo, giorno dell’anniversario dell’eccidio nazista, una cerimonia di commemorazione sul luogo di quel martirio e ricordando il caso del sindaco massone di Firenze, Lando Conti, ucciso dalle Br e il caso del padre di Tonino Salsone, attuale presidente circoscrizionale della Lombardia, ammazzato dalla ‘ndrangheta.
“Il Grande Oriente d’Italia – ha ricordato ancora il Gran Maestro – è stato perseguitato dal fascismo, le sue sedi furono prese d’assalto dalle camicie nere durante la dittatura, e tengo molto a questo oggetto –ha poi aggiunto mostrando il collare che i Gran Maestri si trasmettono l’un l’altro- perché è un simbolo, un simbolo che ci arriva da lontano: fu messo in salvo da un fratello, che lo nascose nel pannolino del figlio neonato, e poi lo murò. E sui simboli non si può ironizzare, non si possono fare sorrisini come quelli che ho visto in Commissione Antimafia quando si è parlato di guanti e grembiulini”. “
“Ma non ci fermeranno – ha assicurato il Gran Maestro – nei nostri confronti è stata commessa una palese discriminazione e un atto intimidatorio. E intanto, mentre domani il collegio dei nostri avvocati si riunirà per contestare in ogni sede quello che è avvenuto, noi continueremo a portare avanti la nostra attività, a promuovere la cultura e la solidarietà, come facciamo ogni giorno, a stare vicino a chi ne ha più bisogno, come abbiamo fatto in questi mesi, che ci hanno visto impegnati accanto alle popolazioni colpite dal terremoto. Quando è arrivata la Guardia di Finanza –ha riferito- ero appena tornato da Norcia, dove il Grande Oriente d’Italia è impegnato in un progetto che si propone di restituire ai giovani della cittadina dell’Umbria colpita dal terremoto, l’illuminazione dello stadio”.
Accanto a Bisi in conferenza stampa c’erano anche il gran maestro aggiunto Sergio Rosso e il primo gran sorvegliante Antonio Seminario. Per Fabio Federico, uno degli avvocati del pool incaricato dal Goi di valutare e promuovere le iniziative necessarie per affrontare la situazione in cui si trova l’Istituzione, “la Commissione Antimafia è andata oltre i suoi poteri e oltre i poteri della stessa autorità giudiziaria. Nessun reato è infatti contestato all’istituzione massonica a giustificazione del mandato di perquisizione e sequestro messo in atto. Un episodio gravissimo, che lede molti diritti, quello di libera associazione, sancito dalla Costituzione ma anche quello al diritto alla difesa”.