Grasso: piano inclinato verso M5s. Se avranno voti

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Grasso è pronto ad allearsi col Movimento 5 Stelle (foto Ansa)

ROMA – Un piano inclinato. Così si potrebbe definire, applicando la fisica alla politica, la leadership dell’altra sinistra affidata a Pietro Grasso. Inclinato verso i 5Stelle e un governo pentastellato non, ovviamente, figlio di un’alleanza che saprebbe di vecchia politica, ma frutto di una convergenza di idee e programmi. Quanto questo piano sarà inclinato lo stabilirà il risultato, anzi il peso elettorale che la somma di Mdp, Si e ‘Possibile’ conquisterà nelle urne della prossima primavera. Maggiore sarà il peso e più alte saranno le possibilità che il moto impresso porti ad un incontro.

Dopo l’incoronazione del Presidente del Senato a leader della sinistra extra Pd, raccontano i retroscena parlamentari, tra i 5Stelle ha cominciato a prendere corpo una riflessione: “Guardiamo con attenzione a Pietro Grasso. Se i sondaggi si dimostreranno più generosi con lui, si potrebbe aprire un bel ragionamento”. Un ragionamento che potrebbe portare fino a Palazzo Chigi e un ragionamento che parte da alcuni, ineludibili, punti in comune che i grillini hanno con il mondo della sinistra extra Pd. In primis proprio il nemico comune numero uno, e cioè Matteo Renzi. Tanto i cinque stelle quanto e soprattutto i vari Bersani e D’Alema vedono l’ex premier toscano letteralmente come fumo agli occhi.

Oltre a questo ci sono poi alcuni temi meno personali ma di quelli che le cronache definiscono ‘di pancia’ e anche di sostanza, che vanno dall’antimilitarismo generico, pensiamo alle battaglie anti F-35, ad un’ammiccamento più o meno esplicito al mondo del movimentismo, quale che esso sia. Punti comuni che effettivamente esistono e che renderebbero possibile una convergenza anche se, contemporaneamente, su altri temi, i 5Stelle si ritrovano decisamente vicini a Salvini e alla Lega. Ma questo è quello che i 5Stelle definiscono pragmatismo post ideologico. Più che un’idea conta allora la matematica, e se la Lega non rinuncerà all’altro odiato arcinemico, e cioè Berlusconi, la quadratura del cerchio potrebbe arrivare proprio e forse solo con Grasso. Proclami a parte è infatti noto che i 5Stelle da soli non potranno governare, almeno sino a quando le urne non gli regaleranno la maggioranza assoluta o quasi. E allora per arrivare a Palazzo Chigi, anche e se riusciranno ad essere il primo partito, per i grillini servirà un partner che abbia in dote un numero a due cifre alle elezioni.

E qui c’è l’incognita sulla strada della convergenza con Grasso&co. Stimare in anticipo quanto la nuova creatura politica varrà al momento del voto è infatti cosa complessa come con qualsiasi soggetto che non si è mai visto alla prova. Anche se simili tentativi passati non fanno ben sperare. Alzi la mano chi ricorda Ingroia! Detto questo, se la compagine compattata intorno a Grasso spunterà un risultato non lontano dal 10% la cosa, per i 5Stelle, potrebbe diventare interessante. Ad oggi le proiezioni dicono che il partito di Grillo e Di Maio avrebbe 170 deputati. Loro credono di poter arrivare a 200 e calcolano che se andasse molto bene potrebbero arrivare al 35%. Questo più un 10% anche scarso di sinistra extra Pd aprirebbe le porte di Palazzo Chigi a Di Maio mentre, con numeri diversi, una convergenza sarebbe inutile prima ancora che impossibile.

Tra l’altro sono diversi i senatori che vedono bene un matrimonio d’interesse con Grasso. Con lui, un magistrato stimato per la lotta alla mafia, ci sono stati infatti scontri in Aula, a volte feroci e irridenti, come all’approvazione del Rosatellum. Ma in questi anni più volte i grillini si sono confrontati con lui e dietro la terzietà istituzionale, mantenuta fino all’ultimo, hanno intravisto che il presidente del Senato su molte cose la pensava come loro: riforme costituzionali, leggi elettorali, anticorruzione. I 5 Stelle farebbero leva su questo pacchetto per superare eventuali ostacoli a un’intesa. “Trasformando – come scrive Marcello Sorgi su La Stampa – Grasso e la pattuglia della sinistra che lo sostiene in interlocutori, forse alleati, di un prossimo governo a 5 Stelle”.

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