Un grillino al Campidoglio? Ora Alemanno è terzo, e al ballottaggio col Pd…

Pubblicato il 28 Marzo 2013 - 11:09| Aggiornato il 21 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un grillino al Campidoglio? Ora Alemanno e il Pdl sono al terzo posto e al ballottaggio col Pd… Mancano due mesi al voto per eleggere il nuovo sindaco di Roma. Al momento i guai giudiziari dell’attuale primo cittadino mettono il Pdl, a meno di clamorosi ripensamenti dalle parti di Arcore, nella posizione di dover rincorrere non uno, ma due avversari. L’arresto del braccio destro di Alemanno (Riccardo Mancini) sembra aver azzoppato definitivamente il candidato Alemanno. La mazzata finale in una crisi di partito che viene da lontano. Crisi che coinvolge anche il Pd, alle prese con una guerra di correnti e capi bastone prima che le primarie sfoltiscano la platea di pretendenti alla poltrona di sindaco.

Pierluigi Battista, intervenuto nella discussione dalle pagine romane del Corriere della Sera, è preciso nell’indicare i rischi per la coalizione di centrodestra: “In questi due mesi è messa di fronte a un bivio drammatico: difendere la continuità sfidando abissi di impopolarità, o rimettersi in gioco per acquisire una credibilità perduta”. Non è un de profundis ma poco ci manca. Ma, restassero questi, squadra e programmi del Pdl, i suoi votanti tradizionali disorientati ed esasperati, come si comporterebbero di fronte a un ballottaggio tra centrosinistra e Cinque Stelle?

Ammesso che non l’abbiano votato prima, molti si orienteranno per un candidato grillino che magari nemmeno conoscono (è Marcello De Vito, scelto con primarie online su una platea di votanti davvero esigua). Ma il vento è quello, il desiderio di dare una spallata ai partiti “potrebbe riserbare sorprese fino a poco tempo fa assolutamente impreviste ai vertici del Campidoglio” (Pierluigi Battista). Anche la partita che si gioca sempre a Roma, ma su piani istituzionali diversi, influirà sull’esito del voto per l’Assemblea Capitolina  di Roma Capitale (perché consiglio comunale e Comune di Roma sono termini ormai obsoleti). Ma è l’attuale maggioranza che, in una sorta di nera cupio dissolvi, insensibile come la sua controparte democratica ai richiami delle “oche del Campidoglio”, sta per consegnare le chiavi della città ai  “barbari” a Cinque Stelle.