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Grillo, decalogo per gli eletti M5S scritto 4 mesi fa: no tv, niente alleanze…

di Alessandro Avico |1 Marzo 2013 12:51

ROMA – Niente talk show, niente euro, e soprattutto niente alleanze. Era il 6 novembre 2012 quando Beppe Grillo sul suo blog scrisse il decalogo per i candidati del Movimento 5 Stelle. Sono passati quasi 4 mesi e oggi, dopo le elezioni, i grillini sono una realtà più concreta, eletti sia alla Camera che al Senato. Ma quel decalogo sembra ancora resistere per ora. E il capitolo sulle “alleanze vietate” sbarrerebbe la porta ad ogni tipo di inciucio, bersaniano e non.

I deputati e i senatori M5S ci tengono a prendere alla lettera il decalogo di Grillo. Chiamatele tavole della legge, chiamatele comandamenti, il succo non cambia: sono legge per gli appartenenti al Movimento a 5 Stelle. Chi non obbedisce rischia politicamente grosso, e il caso di Federica Salsi, “scomunicata” da Grillo stesso perchè “colpevole” di aver partecipato alla trasmissione “Ballarò”, ne è un esempio lampante.

Nel decalogo ci sono le tre E. E come Elezioni, e anche qui la regola è chiara: “Chi sta svolgendo un qualunque incarico elettivo non può dimettersi per concorrere ad altre cariche elettive (es. chi è consigliere non può candidarsi a deputato, chi è senatore non può candidarsi a sindaco)”. E come Emolumenti, ovvero i grillini guadagneranno un massimo di 5mila euro lordi e restituiranno allo Stato la rimanenza del compenso. Quindi E come Euro, con un referendum per far scegliere agli italiani se restare o no nelle moneta unica. Ma Grillo in materia di euro dà anche un consiglio: “Io ritengo che l’Italia non possa permettersi l’euro, ma devono essere gli italiani a deciderlo e non un gruppo di oligarchi o Beppe Grillo”.

Si passa poi alla lettera M, come Mandati. Il M5S ricorda infatti che non candida chi ha svolto due mandati anche se interrotti. Poi M come Movimenti con il M5S che “supporta e appoggia le istanze dei movimenti con obiettivi comuni, come è avvenuto per il no al nucleare, l’acqua pubblica, il No Tav e il No Gronda, eccetera”.

Quindi due R, la prima come Remissione del mandato: il consigliere, il sindaco o il parlamentare non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente (ad esempio ogni sei mesi). Nel caso questo avvenisse deve essere preceduto da un’informazione pubblica e dettagliata del suo operato sul portale del M5S con una votazione estesa a tutti gli iscritti del Comune e della Regione di rifermento, o dell’intero corpo elettorale in caso del Parlamento. Poi R come Rimborsi: il M5S non ha incassato alcun rimborso elettorale per le regionali e non lo incasserà per le prossime politiche.

 

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