Grillo e D’Alema, la Cina è vicina: per Beppe-Mao G7 e Nato “parata ideologica”, l’ex premier loda il Pcc

Grillo e D’Alema, la Cina è vicina. La ritrovata unità occidentale in funzione anti cinese (e anti russa) sancita dal ritorno dell’America di Biden dopo la sbornia isolazionista trumpiana non piace a tutti. 

Grillo e D’Alema, la Cina è vicina

Beppe Grillo (Beppe-Mao per i detrattori) è il più sensibile agli interessi cinesi, spingendosi a negare la persecuzione della minoranza etnica degli Uiguri nell’ovest del paese. Mentre i leader occidentali si riunivano, lui andava in visita all’ambasciata cinese (e Conte ha rinunciato solo in extremis).

L’ultimo post liquida G7 e riunione Nato come “parata ideologica” che resuscita pericolose e anacronistiche tentazioni “identitarie”. I nostri valori contro i loro, in sostanza, un linguaggio da guerra fredda.

L’ex premier Massimo D’Alema, che vanta buoni rapporti con la dirigenza comunista cinese, ne riconosce i meriti storici. Intervistato dalla tv di Stato ha elogiato il Pcc capace in pochi anni di far uscire 800 milioni di cinesi dalla povertà. 

Per entrambi, non si può giudicare la Cina con gli standard occidentali – vedi i diritti umani -, la logica dello scontro non paga. A proposito di guerra fredda, D’Alema recupera il concetto di “coesistenza pacifica” tra sistemi diversi.

Interessante la posizione dell’ex ambasciatore Sergio Romano – difficilmente definibile un comunista – secondo cui per un’Europa che cercasse un suo posto, la piena sovranità nello scacchiere internazionale, era meglio Trump di Biden. Cosa significa il ripristino dell’egemonia americana se non una cessione di un pezzo di sovranità europea?

Un comunista non pentito, l’ex ministro della Giustizia del Governo D’Alema, Oliviero Diliberto, ha portato il codice Giustiniano in Cina, contribuendo ad allevare una generazione di giuristi cinesi. In sostanza ha portato il codice civile in Cina. Secondo Diliberto (cattedratico a Wuhan) i diritti umani sono usati strumentalmente, ha dichiarato all’Huffington Post: l’Arabia Saudita non è forse un partner strategico fondamentale per l’Occidente?

Beppe Grillo sul blog: “G7 e Nato parata ideologica”

“Negli ultimi due giorni abbiamo assistito ad una parata ideologica come non se ne vedevano dalla caduta del muro di Berlino. Il #G7 prima e la riunione della #Nato poi hanno colto l’occasione per sparare a palle incatenate contro il “nemico”.

Lo scrive in un tweet Beppe Grillo rilanciando un articolo del docente e accademico Andrea Zhok, pubblicato sul blog del Garante del M5S.

“Il messaggio veicolato dai leader occidentali – capitanati dal “mite” Biden è che ci siamo “noi”, l’Occidente. E poi ci sono “loro”, gli “altri”, dalla cui aggressività ci dobbiamo difendere e che minacciano “i nostri valori”.

A più riprese, vari leader, dal segretario della Nato Stoltenberg al presidente Draghi hanno ripreso questo punto: “dobbiamo difendere i nostri valori”.

“Il modello argomentativo è quello sperimentato della “guerra fredda”, dove i popoli occidentali erano chiamati a difendere la propria identità valoriale di fronte agli attacchi del perfido nemico trinariciuto. Viene da scherzarci sopra, però davanti ad un appello identitario a base valoriale per la difesa dal nemico è opportuno drizzare le orecchie”.

D’Alema: “Il partito comunista cinese ha fatto uscire dalla povertà 800 milioni di persone”

“Il mondo occidentale è diverso dalla Cina, ma io credo che in questo momento lo sforzo principale debba essere quello di riprendere la via di una forte collaborazione. Per usare un’espressione antica, il grande problema di oggi è come ricostruire le condizioni di una coesistenza pacifica fra sistemi diversi e di una collaborazione efficace per affrontare le sfide comuni”.

Lo ha detto Massimo D’Alema in una intervista rilasciata due giorni fa a New China Tv e rilanciata su Twitter dalla portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying. “Nel corso di un periodo di tempo molto breve”, spiega D’Alema, la Cina “ha compiuto uno straordinario salto verso la modernità, il progresso. E’ il grande merito storico del partito comunista.

Credo che la cosa più importante che la Cina è riuscita a fare è fare uscire almeno 800 milioni di persone dalla povertà. Mai nessun Paese nella storia dell’umanità è riuscito a realizzare una così immensa trasformazione della vita delle persone.

Oggi la Cina è un paese nel quale la piaga della povertà e della fame è stata sconfitta o ridotta, è marginale. E questa è una conquista storica. Apprezzo quello che è avvenuto nel corso degli ultimi anni. C’è stato un impegno importante per cambiare il modello di sviluppo cinese, soprattutto nel senso di uno sviluppo più rispettoso dell’ambiente, più attento ai consumi interni”.

 

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