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Gustavo Zagrebelsky: “Riforma Costituzione è di Renzi e Berlusconi” alla pari

di Alessandro Avico |3 Aprile 2014 12:36

Gustavo Zagrebelsky

ROMA – Quanto c’è di Berlusconi nel disegno di riforma costituzionale di Matteo Renzi? Gustavo Zagrebelsky, che fu presidente della Corte costituzionale, è tagliente:

“Essendo d’accordo, tutto è di tutti e due. Le schermaglie non sono divergenze sui contenuti, ma timori reciproci di mancamenti ai patti o calcoli d’utilità politica contingente”.

Dopo giorni di silenzio, Repubblica rimedia a una brutta figura e dedica una pagina alla rivolta di un gruppo di giuristi, guidati da Libertà e Giustizia, contro la riforma della Costituzione che Matteo Renzi scrive per conto di terzi. Lo fa con una intervista di Liana Milella a Gustavo Zagrebelsky, amico, almeno fino a ieri, del direttore di Repubblica Ezio Mauro, con il quale ha scritto anche un libro e nome eminente dello schieramento anti Renzi, dal punto di vista della notorietà sui giornali, insieme con Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, di cui Mauro fu l’ideatore, e figlia di un ex sindaco di Firenze, Alessandro Bonsanti, più glorioso e amato di Matteo Renzi.

Gustavo Zagrebelsky non conosce ipocrisie, magari a volte è difficile da capire, ma non per sua volontà, solo per l’impervio uso dell’italiano che i giuristi di solito fanno. Per Gustavo Zagrebelsky la riforma propugnata da Matteo Renzi è
“Un annuncio di rischio, [che, nello] insieme, sottolineo l’insieme, mi pare configuri, come si usa dire, una fuoriuscita”.
Le domande di Liana Milella incalzano:
Il governo avrà troppi poteri?
“La questione è piuttosto chi ne avrà troppo pochi o nessuno: le minoranze, la partecipazione, le istanze di controllo”.
Il Senato sarà ancora degno di questo nome?
“I Senati storici erano altra cosa, ma con le parole si può far quel che si vuole”.
Governatori e sindaci sono degni di starci?
Dipende dai compiti, cosa non chiara. Piuttosto che farne un pasticcio, sarebbe meglio abolirlo del tutto”.
Tra Renzi e Grasso chi ha ragione?
“Francamente, più saggio m’è parso il presidente del Senato”.
[…]
“C’è un disegno istituzionale che cova da lungo tempo e che, oggi, a differenza di allora, viene alla luce del sole. Gli oppositori d’un tempo sono diventati sostenitori. Delle due, l’una: o tacere, con ciò acconsentendo di fatto, o parlare forte. È quanto s’è fatto col documento di Libertà e Giustizia”.
Non la imbarazza che Grillo l’abbia firmato?
“Perché dovrebbe? Se, su una certa materia, si condividono le stesse idee… C’è un fondo d’intolleranza, in questa domanda che da molte parti ci è posta. M5S ha aderito all’appello per la difesa della democrazia costituzionale: è un brutto segno? Semmai, il contrario. Poi si vedrà».
Matteo Renzi ha detto che non dà retta a professori come lei e Rodotà.
Non è questione di “dar retta”, ma di ragionare e soppesare gli argomenti. Sarà lecito invitare chi deve prendere le decisioni a considerare le cose “da tutti i lati”?”.
E quale sarebbe il «lato» che manca?
“L’antiparlamentarismo. Ora s’abbatte sul Senato, capro espiatorio di mali collettivi”.

 

 

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