I ministri Cancellieri e Riccardi al tavolo con i leader religiosi

ROMA, 19 MAR – In Italia ci sono circa 5 milioni di immigrati, la maggior parte dei quali di religione diversa dal cattolicesimo che e' invece la confessione principale degli italiani. Ma vivere insieme si puo', e in questo sforzo di integrazione i leader delle comunita' religiose presenti sul nostro territorio possono svolgere un ruolo molto importante. E' partendo da questi presupposti che i ministri dell'Interno, Annamaria Cancellieri e dell'Integrazione, Andrea Riccardi, hanno promosso una Conferenza permanente su "Religioni, cultura e integrazione" che ha preso il via oggi a Roma.

In una sala affollata di persone con i simboli religiosi piu' diversi – dai turbanti variopinti dei sikh ai copricapo dei preti ortodossi alle lunghe tuniche dei monaci buddisti – la conferenza ha preso il via con le parole di Riccardi, che ha sottolineato come l'integrazione sia "un passaggio delicato" che "dobbiamo affrontare tutti insieme". L'Italia e' cambiata, ha detto il ministro, spiegando che sul nostro territorio ci sono 1.300.000 musulmani, un milione e mezzo di ortodossi, piu' di 150 mila buddisti, centomila induisti e circa 60 mila sikh.

"Noi siamo convinti che si possa vivere insieme – ha detto – ma e' una costruzione che dipende da noi e che deve partire da una necessita': dobbiamo dare sicurezza a tutti coloro che vivono sul nostro territorio". "L'Italia vuole sicurezza per gli italiani e i non italiani – ha aggiunto Riccardi – ma chiede a tutti il rispetto della vita umana e delle leggi".

"Oggi il nostro problema – ha spiegato ancora Riccardi – e' costruire una societa' integrata, dove non si perdano i costumi e le tradizioni religiose della propria terra ma si viva insieme in una casa comune che si chiama Italia". Proprio in questo processo i responsabili delle comunita' religiose "possono essere mediatori per un'integrazione virtuosa che non significhi azzeramento del proprio patrimonio religioso e culturale ma che sia apertura alla lingua, alla cultura e all'identita' italiana". A tutti, e in particolare ai leader, e' "chiesto il ripudio non solo della violenza ma anche di un linguaggio violento contro altri gruppi etnici o religiosi o altri Stati".

Il ministro Cancellieri si e' detta convinta che "l'osservanza di piu' religioni e' stata e potra' continuare a essere sostenuta dal solido tessuto costituzionale del nostro Paese, basato sui principi di democrazia laica". "Il confronto tra identita' diverse – ha aggiunto – dovra' respingere ogni pretesa di supremazia, che inevitabilmente porta al conflitto e alla chiusura settaria". "Riesco a comprendere – ha aggiunto – che, di fronte a situazione critiche, la soluzione radicale, piu' lontana da orizzonti inclusivi, possa apparire talvolta quella piu' seduttiva, soprattutto se accompagnata dalla 'banalita' del consenso'. Ma abbiamo la responsabilita' di continuare a coltivare il dialogo, per quanto difficile ed estremo questo ci possa sembrare".

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