Ici-Chiesa, “attento Monti”: minacce Pdl, lobby delle scuole parificate

Pubblicato il 16 Febbraio 2012 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA

Maurizio Lupi, Pdl (foto LaPresse)

ROMA – La Chiesa non si tocca, nemmeno con l’Ici: “Tutti devono stare molto attenti, a cominciare dall’esecutivo”, è la minaccia di un gruppo di parlamentari Pdl. Lupi, Sposetti, Galletti, Toccafondi, De Micheli, Compagnon avvisano Monti, che non ha ancora finito di annunciare un emendamento del governo, di cui però non è stato ancora reso noto il contenuto. E infatti, nemmeno dalla Santa Sede sono arrivate contestazioni, se non un invito a tutelare e quindi esimere le realtà no-profit. L’intenzione del governo, tuttavia, è solo quella di superare l’ambiguità che riguarda l’uso esclusivamente commerciale degli edifici appartenenti alla Chiesa, sola fattispecie per la quale è prevista la normale tassazione.

Se per esempio c’è una piccola cappella all’interno di un grande edificio, l’immobile è Ici-esente: per questo il governo disciplinerà la norma facendo valere lo sconto Ici solo su quella frazione di unità catastale. Dove si svolgono in modo esclusivo attività non commerciali resta l’esenzione: chiese, parrocchie, sedi Caritas, oratori, mense per i poveri, non verrebbero toccate, come del resto accade anche per altre istituzioni no-profit. “Vediamo che la decisione del governo di preparare un emendamento sul pagamento dell’Ici da parte della Chiesa ha riportato in superficie il solito rigurgito anticlericale” dicono i deputati, a questo punto più papisti del papa, i cui rappresentanti ufficiali si sono premurati invece di ribadire che “a una legge dello Stato si obbedisce”. Anche perché non intacca il regime concordatario.

Rigurgiti anticlericali? In realtà, il vero obiettivo del manipolo ultra cattolico, sembra essere la salvaguardia del privilegio alle scuole parificate. Perché infatti metterle nello stesso calderone delle sedi dove si raccolgono vestiti usati, delle onlus che si occupano dei malati terminali, dei campetti dove si svolgono attività sportive gratuite? Parliamo di quasi 9 mila istituti scolastici, tra università, scuole materne, primarie, secondarie, grandi biblioteche, musei. Dove, quasi sempre si paga una retta, spesso anche salata: vogliamo considerarle mense culturali per i poveri?