ROMA – Pagherà di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma. Ignazio Marino, il sindaco della Capitale, l’ha annunciato la sera del 7 ottobre dopo essere finito nella bufera per le spese rendicontate sul sito del Comune. Al sindaco vengono contestate spese pagate dal Comune, ma che di istituzionale non avrebbero nulla.
“In questi due anni ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20.000 euro per rappresentanza, e li ho spesi nell’interesse della città. È di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome”.
Così mentre la Procura di Roma apre un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato sul rendiconto, dopo gli esposti di Fratelli d’Italia e del Movimento 5 stelle, le polemiche non si placano. Polemiche alimentate anche dal ristoratore della Taverna degli amici, vicino al Campidoglio, che ha dichiarato come il sindaco sia andato al ristorante con sua moglie e non certo per impegni istituzionali.
A smentire la ricostruzione della cena oltre al ristoratore anche il presunto ospite di Marino, un prete di Alessandria che a Ernesto Menicucci del Corriere della Sera avrebbe detto di non aver mai partecipato alla cena citata dalla nota spese del sindaco.
Marino finisce dunque nella bufera e mentre gli esponenti politici ne chiedono le dimissioni, il sindaco decide di fare un primo passo per placare i toni. Il sindaco si è impegnato così a pagare di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma e a restituire la carta, rinunciando così al suo uso.