ROMA – Come previsto il D-Day di Ignazio Marino è arrivato, dove la D sta per dimissioni: il sindaco di Roma ha formalizzato le dimissioni, rimettendo il suo mandato alla presidente dell’assemblea capitolina Valeria Baglio. Da domani, 13 ottobre, scattano i 20 giorni previsti dalla legge passati i quali le dimissioni saranno esecutive ed irrevocabili. Il 2 novembre dunque Marino decadrà dall’incarico. Poi un commissario traghetterà l’amministrazione capitolina fino alle prossime elezioni.
L’H-Hour, l’ora dell’addio è arrivata nel primo pomeriggio, e non all’ora di pranzo come inizialmente previsto. Prima Marino si è voluto concedere un’ultima mattinata nei panni di sindaco: è arrivato in Campidoglio alle 9.30 e ha firmato tre ordinanze relative ai lavori per il Giubileo per una spesa complessiva di 10 milioni. I lavori riguardano provvedimenti per il traffico e la mobilità in particolare sul Lungotevere e nell’area di San Pietro. Poi ha firmato anche la costituzione del Comune di Roma come parte civile nel procedimento contro l’ex dg di Ama Giovanni Fiscon nel processo Mafia Capitale. Il procedimento inizia il 20 ottobre e Marino ha espresso la sua ferma intenzione di partecipare alla prima udienza in veste di sindaco.
Dopo l’annuncio con riserva di giovedì (“Ho 20 giorni per ripensarci“) il primo cittadino si è dunque deciso a farsi da parte. E non avrebbe potuto fare altrimenti con le spalle voltate del Pd e l’arma sempre innescata puntata contro di sé di una mozione di sfiducia o delle dimissioni in massa dei consiglieri.
Nell’attesa delle sue dimissioni, sono continuate le mobilitazioni di solidarietà a sostegno del suo mandato. All’indomani della manifestazione in Campidoglio per chiedere al primo cittadino di andare avanti, oggi a mezzogiorno i sostenitori di Marino si sono dati appuntamento al Nazareno, sede del Pd a Sant’Andrea delle Fratte. Hanno chiesto al partito di “ripensarci” e “smetterla con questa montatura”, qualcuno ha intonato “Bella ciao”.