Il transfert di Berlusconi: si sente vincitore e dimentica Bossi

Pubblicato il 30 Marzo 2010 - 11:17 OLTRE 6 MESI FA

Bossi sempre più suggeritore di Berlusconi

Mentre l’Italia attende con ansia di sentire dalla viva voce di Silvio Berlusconi il commento ai risultati delle elezioni regionali, stando a quel che si legge sulle agenzie si può già scrivere quel che dirà: “Sono sceso in campo e questa è la mia vittoria”, affermazione esagerata, perché ridurre la Lega al ruolo di “alleato fedele” è un po’ riduttivo. C’è da credere che invece personalmente Berlusconi esca tutt’altro che vincitore.

Non c’è dubbio che Berlusconi abbia reagito da grande combattente all’assalto degli avversari, gettandosi anima e corpo nella campagna elettorale, nonostante le inchieste giudiziarie, le baruffe tra alleati, la mancata presentazione delle liste Pdl in Lazio. Chiunque al suo posto sarebbe già scappato all’estero e, se fosse rimasto, vivrebbe in uno stato di esaltazione psicomotoria.

Ma se poi Berlusconi fosse un mostro di freddezza e di autocontrollo, cosa che con gli anni che avanzano è sempre meno, c’è a corte chi provvede a scaldargli la testa. Tra questi il fedele ministro degli Esteri Farnco Frattini, che da Ottawa diffonde miele nell’etere: “L’onda sperata dalla sinistra non c’é stata. C’é stata invece l’onda del centrodestra con Berlusconi vincitore e la Lega che ha portato un risultato straordinario. Chi sperava di colpire Berlusconi con le politiche degli scandali e della delegittimazione è stato colpito a sua volta”. La sinistra “è stata punita perché gli elettori hanno capito che la nostra azione di governo è giusta e seria”.

Seconda parte dell’illusione di Silvio: i rapporti di forza nel Governo non cambieranno e la Lega starà nel ruolo di cagnone fedele, come spesso si vede nelle vignette sui giornali. Le dà corpo Frattini: “Non cambierà nulla: avevamo immaginato un risultato di questo genere. Certamente sapendo di poter contare sulla Lega. Sapevamo che le Regioni del Nord avrebbero vinto grazie alla Lega. Cota e Zaia saranno ottimi governatori e Bossi manterrà gli impegni presi come non faremo con lui”.

Invece viene da dire “per fortuna che Bossi c’è”, perché l’Italia corre qualche rischio con Berlusconi che considera il risultato elettorale una vittoria sua personale, una investitura forte ad andare avanti nei prossimi tre anni di governo, decisivi per le riforme.

Finora Berlusconi di riforme ha solo parlato e la sua incapacità di realizzarle ha deluso molti, specie quella della giustizia e quella fiscale. Bisogna aspettare i dati dei voti attribuiti ai singoli partiti per capire che prezzo abbia pagato Berlusconi per la sua inazione e per gli scandali e per valutare la possibilità che i risultati abbiano portato un po’ di sobriertà nella sua mente sul tema dell’altra grande riforma, la più pericolosa di tutte, quella che vuole trasformare l’Italia in una Repubblica presidenziale,  con il presidente o il primo ministro eletto direttamente dai cittadini. Questo è il più grande sogno di Berlusconi, che però in Italia sarebbeuna catastrofe: non c’è equilibrio tra potere legislativo e potere esecutivo e forti sarebbero i rischi di una dittatura. Dove portinio le dittature lo mostra lo scandalo chge ha travolto la Protezione civile.

Intanto però Berlusconi è uscito più pimpante che mai dalle poche ore di sonno che si è voluto concedere a palazzo Grazioli, nel lettone regalatogli da Putin e che, risulta dalle cronache giudiziarie dell’estate scorsa, ha conosciuto compagnie migliori per noi che non i sogni napoleonici degli ultimi tempi.

Raccontano le agenzie che ieri notte, come ultimo pensierino prima di spegnere la luce,  Berlusconi ha telefonato  a Nicola Travaglini, neo sindaco di Montenero Di Bisaccia (Campobasso). Travaglini con la sua lista ha consentito la vittoria del centrodestra nel paese natale del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro.  Berlusconi non stava nella pelle e ha promesso  a Travaglini anche una sua visita a Montenero.

Per tutta la notte Berlusconi, che dorme sempre con un occhio solo, ha rimuginato sui risultati. L’astensionismo che lo preoccupava non si è rivolto come in Francia solo contro il governo, ma ha penalizzato anche l’opposizione. A un certo punto certamente si è anche alzato da letto (lo si fa molte volte in una notte a quell’età) e ha avuto un brivido, pensando a Bossi. Poi si è riaddormentato, autoconvincendosi che la Lega, è un “alleato fedele” con cui stringere un rapporto sempre più forte e con il quale “si vince” .

Il Carroccio ha fatto cappotto nel Veneto con Luca Zaia, ha vinto il testa a testa in Piemonte con Roberto Cota, si è irrobustito in Lombardia e in tutto il ‘Nord produttivo’. Poi però Berlusconi si è detto che, se é vero che i voti si pesano e non si contano, le sei regioni conquistate dal Pdl, per numero di abitanti e prodotto interno lordo, consentono a Berlusconi di andare a testa alta al confronto con gli avversari di centrosinistra, che nel loro carniere hanno sette governatori. E in più consentono al centrodestra di avere la maggioranza nella Conferenza Stato Regioni, che lo scorso anno gli ha rotto parecchio le scatole a proposito del mitico piano casa.

Maestro della dissimulazione, Berlusconi, che a causa dei nomi dei candidati scelti dalla Polverini aveva fatto ritardare la presentazione della lista del suo partito con le conseguenze a tutti note, ora cerca di fagocitare anche la chiara vittoria meofascista nel Lazio. Per lui comunque è una regione in più, che arriva nonostante la “assurda esclusione” della lista del Popolo delle Libertà, quindi del partito di maggioranza relativa. Domani si vedrà, è un altro giorno.

E da dissimulatore sublime, prima di addormentarsi ha fatto anche dire dai suoi ai giornalisti che il Capo non è per nulla preoccupato del successo di Bossi, ma nella notte Berlusconi ha fatto rigirare nella sua mente i problemi che Bossi di sicro gli porrà. Adesso certo chiederà di accelerare sulla attuazione del federalismo fiscale. Avrà forse pretese sul ministero dell’Agricoltura che Zaia lascia, quando tra qualche settimana si riaprirà il giro di poltrone che dovrebbe includere anche la guida delle Ferrovie dello Stato, altri sottosegretari e ministeri e c’é già chi parla di ‘diarchia’ Berlusconi-Bossi, mentre, a ben guardare, l’ombra di Fini assomiglia sempre più a quella di un fantasma.

Non si deve dimenticare che Berlusconi è molto debole e senza i voti di Bossi,ora più che mai, non va da nessuna parte.