ROMA – “Gli studenti – ha detto il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina– non sono imbuti da riempire di conoscenze”.
Tanto è bastato per scatenare sul web polemiche e ironie.
Sembra ai più una gaffe non tanto il paragone quanto scambiare imbuti per taniche, nel senso, ovvio, che semmai da riempire sarebbero le teste/contenitori degli alunni.
Qualcuno non ha dimentica i mitici “‘mbuti” di Vulvia/Corrado Guzzanti su Rieducational Channel.
“Mai sentito parlare dell’imbuto di Norimberga?”
Il ministro si è difeso su Facebook.
“L‘imbuto di Norimberga è una metafora sull’apprendimento molto nota nel mondo della scuola: uno studente a cui vengono ‘versate’ nozioni in testa attraverso un imbuto.
L’apprendimento non funziona così, i docenti lo sanno bene, ed è ciò che intendevo dire quando ho rievocato l’immagine dell’imbuto durante la conferenza di sabato, ‘lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenze, è ben altro’ ho detto”.
Lucia Azzolina chiede di non essere presa alla lettera (in effetti potremmo, così per ingannare il tempo, considerare la metafora piuttosto una sineddoche, dove la parte “imbuto”, viene scambiata per il tutto e cioè la testa degli alunni destinatari del travaso di conoscenze, un po’ come dire “vela” per dire “barca”).
“Capisco bene che si possa prestare a facili ironie, ci rido su anch’io. Ma ci tengo a tranquillizzare sul fatto che al Ministero non abbiamo provato ad infilare imbuti in testa ai ragazzi versandoci dei libri (liquefatti ovviamente), prima di dire che non funzioni…
Per fortuna chiunque può informarsi su questo concetto usando un semplice motore di ricerca”.
L’incisione del 17° secolo in Germania
E allora la ricerca l’abbiamo fatta.
Si tratta di un’incisione su segno del XVII secolo della città tedesca dove si vede un ragazzino su una sedia raffigurato con un foro sulla sommità del capo dove spicca un imbuto riempito di numeri, lettere e una sintesi iconografica delle conoscenze dell’epoca.
Fatti non foste per viver come imbuti… (fonte Ansa))