Immigrazione, 62 parlamentari del Pdl a Berlusconi: “Tendopoli non solo al sud”

Pubblicato il 4 Aprile 2011 - 18:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Distribuire le tendopoli per gli immigrati ”in modo equo e proporzionato sull’intero territorio nazionale, senza continuare a gravare soltanto sul Sud”; evitare ”maxitendopoli”, cosi’ da consentire una migliora vigilanza dei siti destinati all’accoglienza degli immigrati; rilasciare permessi di soggiorno per motivi umanitari ai tunisini che non abbiano comportamenti violenti e dimostrino di avere delle destinazioni finali accertabili e sostenibili, come e’ gia’ avvenuto per l’emergenza Kosovo: sono questi i tre punti di una lettera che 62 parlamentari del Pdl, di tutte le aree geografiche e di tutte le aree politiche e culturali del partito, hanno inviato sull’emergenza immigrazione clandestina al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

”La crisi del Nord Africa esplosa all’inizio dell’anno – scrivono i parlamentari del Pdl a Berlusconi – ha visto immediatamente in prima linea lei personalmente, e il Governo che presiede, impegnati a fronteggiare l’emergenza umanitaria, e ad affrontare le ricadute che la stessa ha avuto e sta avendo in Italia: prima fra tutte l’arrivo di oltre 20.000 migranti, quasi tutti clandestini e (finora) quasi tutti provenienti dalla Tunisia. L’Esecutivo italiano ha istituito un campo di accoglienza al confine fra Libia e Tunisia, ha inviato aiuti materiali alle popolazioni di Bengasi, e contestualmente ha intessuto intensi rapporti, dentro e fuori l’UE, per attenuare i conflitti e individuare percorsi ragionevoli”.

”Questa emergenza, nella tradizione solidaristica della nostra Nazione – proseguono – ha visto e vede impegnati senza risparmio di energie e di generosita’ appartenenti ai Corpi di polizia, ai Vigili del fuoco, alla Protezione civile, alla Croce Rossa e al volontariato: ennesima riprova che gli italiani non si tirano mai indietro in situazioni di crisi”.

”La gestione della crisi medesima, tuttavia, avrebbe dovuto far adoperare fin dall’inizio un linguaggio di totale chiarezza: sull’entita’ degli arrivi previsti; sulla netta distinzione tra clandestini (larga parte di quelli partiti dalle coste tunisine) e profughi (quelli che si prevede possano partire dalle coste libiche); sui rapporti con le regioni e con le autonomie, inizialmente coinvolte solo per l’accoglienza dei profughi, e della quali solo negli ultimi giorni si sollecita l’individuazione dei siti per i clandestini; sulla dislocazione territoriale dei centri per l’accoglienza. Su tale aspetto, il richiamo del Capo dello Stato a una equa ripartizione dei carichi fra ogni area dell’Italia risponde a una evidente esigenza di giustizia”.

”Questa chiarezza – viene puntualizzato ancora nella lettera – e’ ora indispensabile, oltre ogni condizionamento ideologico. E’ noto che le regioni sui cui territori si concentra la maggiore presenza di centri per immigrati sono Sicilia, Puglia e Calabria: tra Centri di accoglienza, Centri per richiedenti asilo e Centri di identificazione ed espulsione, da vent’anni a oggi i tre quarti dei posti sono collocati in queste tre regioni. Cio’ avrebbe consigliato di tenerne conto per non gravare ulteriormente su di esse. Constatiamo invece che la gran parte delle tendopoli per accogliere i tunisini sono state realizzate nel Sud, e in particolare in Sicilia e in Puglia, mentre i siti in altre aree sono rimasti finora nella fase della enunciazione. Questo ha comportato, e sta comportando, disagi e problemi: lo diciamo non in nome di una rivendicazione territorialistica, in quanto i sottoscrittori di questa nota provengono da tutta Italia. Lo diciamo perche’ siamo convinti che l’emergenza va affrontata con un respiro nazionale, in virtu’ del quale ognuno e’ chiamato a recitare la sua parte. La concentrazione delle presenze in talune tendopoli (vale per tutti il caso di Manduria) o in taluni centri (si pensi a Mineo) sta peraltro provocando problemi di sicurezza, poiche’ la moltiplicazione delle fughe ha fatto si’ che i clandestini si disseminassero in tutta Italia: innumerevoli sono le segnalazioni di reati da essi commessi”.

”Confidiamo che i contatti da Lei direttamente avviati col nuovo Governo tunisino ottengano il ripristino di quell’accordo di sicurezza che fino a tutto il 2010 aveva impedito le partenze di clandestini dalla Tunisia. Al tempo stesso pero’ manifestiamo, a proposito della presenza in Italia di un cosi’ rilevante numero di migranti irregolari, le medesime preoccupazioni espresse da Alfredo Mantovano, che hanno portato alle sue dimissioni da sottosegretario dell’Interno. Per questo Le chiediamo che, in attesa che le relazioni fra Italia e Tunisia permettano di giungere quanto prima a un nuovo blocco di flussi di clandestini e che l’UE si accorga di quanto accade nel Mediterraneo: – il Governo distribuisca immediatamente le tendopoli in modo equo e proporzionato sull’intero territorio nazionale, senza continuare a gravare soltanto sul Sud; – si costruiscano centri di raccolta dei migranti di dimensioni piu’ ridotte, evitando l’allestimenti di ”maxitendopoli”, per le quali e’ impossibile garantire la sicurezza ed evitare le fughe di massa, come quelle a cui stiamo assistendo in questi giorni”.

“Va garantita una effettiva e stringente sorveglianza di questi centri, per impedire ai clandestini di disperdersi senza alcun controllo nell’intero territorio nazionale, in particolare nelle aree vicine ai centri di accoglienza e nelle periferie delle grandi citta’, annullando gli effetti di qualsiasi politica di contrasto dei flussi di immigrati irregolari; – in questo contesto di sicurezza e di controllo, nella constatata impossibilita’ di un celere rimpatrio forzoso, si possono rilasciare permessi di soggiorno per motivi umanitari ai tunisini che non abbiano comportamenti violenti e dimostrino di avere delle destinazioni finali accertabili e sostenibili, in base all’articolo 20 della legge sull’immigrazione (come e’ gia’ accaduto nel 1999 per l’emergenza Kosovo). La norma, come e’ noto, permette che, di fronte a momenti di emergenza, il migrante irregolare sia munito di un permesso valido per sei mesi, che – in virtu’ di disposizioni europee – gli consente di muoversi anche nel territorio dell’intera UE, e quindi – per esempio – di raggiungere familiari gia’ presenti in Nazioni diverse dall’Italia”.

”Nello spirito costruttivo che deve connotare una grande forza politica come il Pdl – concludono – siamo certi che la Sua iniziativa istituzionale e politica terra’ conto delle nostre preoccupazioni e proposte”.