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Permesso di soggiorno a punti: accordo tra Sacconi e Maroni

di Alberto Francavilla |4 Febbraio 2010 21:18

Maurizio Sacconi e Roberto Maroni

Il permesso di soggiorno sarà a punti. L’accordo è stato raggiunto dal ministro dell’Interno Roberto Maroni e quello del Welfare Maurizio Sacconi. Il decreto sarà presto esaminato dal Consiglio dei Ministri. I nuovi richiedenti dovranno sottoscrivere un accordo per l’ integrazione con una serie di doveri da adempiere: la conoscenza della lingua italiana, l’ iscrizione al servizio sanitario nazionale, la conoscenza della Costituzione.

In due anni, secondo l’intesa raggiunta, l’immigrato deve raggiungere 30 punti che gli vengono assegnati attraverso “esami” di lingua, di formazione civica, ecc. Se commette reati i punti gli vengono tolti. Se dopo i due anni, non raggiunge i 30 punti, l’immigrato ha un altro anno di tempo per arrivare al punteggio richiesto; dopo – se sarà sotto i 30 – scatterà l’espulsione.

I due ministri hanno parlato dell’intesa sull’accordo di integrazione nel corso della presentazione della nuova rivista del ministero dell’Interno “Libertàcivili”. «Proprio oggi – ha spiegato Maroni – abbiamo discusso del regolamento che prevede la stipula dell’accordo di integrazione al momento del rilascio del permesso di soggiorno».

«È la legge sulla sicurezza – ha ricordato il numero uno del Viminale – che parla di specifici obiettivi da raggiungere (come la conoscenza della lingua italiana) nel giro di due anni con una valutazione da parte degli Sportelli unici per l’immigrazione. Se gli obiettivi sono stati raggiunti verrà concesso il permesso di soggiorno, altrimenti ci sarà l’espulsione».

È un sistema, ha aggiunto il ministro, «per garantire l’integrazione: io ti suggerisco le cose da fare per integrarti nella comunità. Se le fai ti do il permesso di soggiorno, se non le fai significa che non vuoi integrarti. Lo applicheremo solo ai nuovi permessi di soggiorno».

Per gli eventuali corsi di lingua e altro, ha assicurato Maroni, «non chiederemo soldi agli immigrati, faremo tutto noi, anche per garantire standard uniformi in tutte le province ed avere tutto sotto controllo». L’accordo tra i due ministeri, ha concluso, «sarà tra breve trasformato in un decreto».

Sacconi, da parte sua, ha rilevato che l’accordo «sottolinea i diritti ed i doveri dell’immigrato: oltre alla conoscenza della lingua, l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, 12 anni di educazione di base, trasparenza nei contratti abitativi».

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