Immigrazione, il Pg Maddalena contro il reato di clandestinità

Con l’introduzione del reato di clandestinità si è registrato, almeno in Piemonte, solo un appesantimento del lavoro delle procure, e «Dio sa se si sentiva il bisogno di questi carichi aggiuntivi che vengono vissuti dagli appartenenti alle procure con un senso di frustrazione determinato dal profondo convincimento di lavorare a vuoto e con l’unico effetto di incrementare la voragine debitoria, per le casse dello Stato, rappresentata dalle spese per il graturio patrocinio a favore di persone destinate a restare quasi sempre dei fantasmi».

Sono le parole usate, nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario, dal Procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena, in merito a come è stato strutturato e sanzionato nell’ultimo pacchetto sicurezza il reato di immigrazione clandestina.

«E ciò – ha precisato Maddalena – senza disconoscere, ma anzi riaffermando con vigore, l’esistenza di una realtà criminale legata all’immigrazione che va contrastata e repressa con ferma e lucida determinazione, ad esempio – ha detto ancora – cominciando ad espellere i clandestini che hanno commesso reati gravi in Italia nel momento in cui escono dal carcere per avvenuta espiazione della pena, quando invece, per carenza di mezzi e personale, solo un 25% viene effettivamente espulso mentre l’altro 75% viene di fatto rimesso in circolazione riprendendo posto nei circuiti criminali di provenienza».

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