Il ministro dell’Interno Roberto Maroni attacca, nel suo intervento alla “Seconda conferenza nazionale sull’immigrazione”, la Commissione europea.
A suo avviso, «ha agito poco e male» nelle politiche sull’immigrazione.«La commissione non ha svolto un ruolo proattivo – ha detto – né sul fronte del contrasto alla clandestinità né su quello dell’integrazione, né sui rifugiati richiedenti asilo o protezione internazionale».
Questa istituzione, ha aggiunto, «ha sempre avuto una voce flebile e poco autorevole, lasciando agli Stati membri la gestione delle politiche sull’immigrazione». La conseguenza ès tata che «gli Stati hanno dovuto fare politiche nazionali inefficaci, in ritardo, ma soprattutto in competizione tra loro. Nelle intercettazioni effettuate nell’ambito delle inchieste sul traffico di essere umani, è emerso che gli indagati decidono le rotte dei loro traffici sulla base degli emendamenti giuridici degli Stati, degli accordi bilaterali, dei regolamenti nazionali».
Durante il suo intervento, il ministro è stato contestato da sette donne, tra le quali il consigliere comunale del Prc, Patrizia Quartieri. Il tema dei minori non accompagnati,non è piaciuto alle donne che lo hanno interrotto gridando ‘buffone, no all’identificazione, no ai resingimenti».