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Immigrazione, Maroni preoccupato: “Anche da noi c’è il rischio banlieue”

di admin |10 Maggio 2010 15:15

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni afferma che in Italia esiste un “rischio banlieue”. Il ministro ha citato a supporto di questa tesi una ricerca sul degrado nelle città a causa dell’immigrazione: “La ricerca dice chiaramente che ci sono dei rischi anche nelle nostre città che avvenga ciò che é avvenuto nelle banlieue parigine qualche anno fa. E’ per questo che è importante avere effettuato questa ricerca perché é utile e dà suggerimenti su cosa fare per prevenire questi rischi”. Maroni ha quindi spiegato che sono necessarie azioni in grado di coinvolgere il governo, il ministero dell’Interno “ma soprattutto il mondo delle autonomie cioé i comuni e i sindaci”.

“Se ciò avverrà – ha proseguito Maroni – mettendo insieme gli sforzi di tutti, credo che riusciremo a definire un modello di intervento italiano di eccellenza per la gestione dei processi di integrazione dei cittadini stranieri”. Il ministro ha poi affermato che sul teme dell’immigrazione “sicurezza e integrazione è un binomio inscindibile. C’é una recente ricerca di un’università secondo la quale la città che viene percepita come quella che meglio integra gli stranieri è Verona”. “Lì – ha precisato Maroni – il rigore contro l’immigrazione clandestina è massimo. Rispetto delle regole e rigore significa anche possibilità di integrarsi meglio. E’ quindi un binomio inscindibile che però deve vedere l’azione comune del ministero dell’Interno, delle forze dell’ordine e di chi ha il compito di investire nelle politiche sociali, cioé le autonomie”.

Maroni ha difeso il sindaco di Milano Letizia Moratti che al convegno sull’immigrazione organizzato all’università Cattolica di Milano ha affermato che i clandestini senza un lavoro regolare “normalmente delinquono”. “Non ha detto questo – ha affermato Maroni -. Ha detto un’altra cosa che mi pare non sia propriamente questa equazione”.

Infine Maroni ha annunciato che entro giugno l’obiettivo è quello di concedere il permesso di soggiorno in trenta giorni. “Quando sono arrivato io – ha spiegato Maroni – il tempo medio per avere il permesso di soggiorno era di 18 mesi. Adesso siamo arrivati a 45 giorni ed entro giugno voglio arrivare in tutte le questure ad un tempo massimo di 30 giorni per concedere il permesso di soggiorno”.

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