Imu, il governo smentisce: “Nessun ammanco: gettito sarà di 21 miliardi”

ROMA – ”Nessun ammanco contrariamente a quanto comunicato dall’Anci”. Il governo scende in campo sull’Imu per controbattere, con un comunicato ufficiale diffuso da Palazzo Chigi, a quanto temuto dai Comuni.

”Il governo – è scritto nella nota – conferma il gettito complessivo di circa 21 miliardi di euro derivanti dal pagamento dell’Imu”.

”La notizia di un ammanco di 2,5 miliardi di euro, diffusa attraverso le stime elaborate dall’IFEL, l’Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci, sulla base delle previsioni di gettito formulate dai Comuni non deve generare allarmismo”, afferma il Governo nella nota. ”Le stime dell’esecutivo – spiega Palazzo Chigi – sono basate sui dati relativi a tutti gli immobili censiti negli archivi del Catasto integrando le informazioni relative alle rendite catastali con i dati riportati nelle dichiarazioni dei redditi dei proprietari e con i versamenti Ici trasmessi telematicamente al Dipartimento delle Finanze. Di contro la stima di gettito diffusa dall’IFEL si basa su dati che una quota minoritaria di Comuni (solo il 15% del totale) ha fornito rispondendo ad un questionario. Non si tratta quindi di un campione rappresentativo. I dati sui quali si basa la stima IFEL, come peraltro indicato nel loro stesso documento, soffrono del problema di “autoselezione” del campione costituito solo dai Comuni che hanno scelto di rispondere al questionario, che segnalano prevalentemente ammanchi di gettito”.

Ma in giornata già il Tesoro aveva dato le sue stime, spiegando che si conta di incassare a giugno i primi 10 miliardi e quindi di non dover rimettere mano alle aliquote per il saldo di metà dicembre. Lo ha spiegto il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, confermando anche che l’impatto della nuova imposta municipale unica, la riedizione dell’Ici, sarà modesta: mediamente 200 euro a famiglia. Chiaro è che, statisticamente, molto dipende anche dall’estrema varietà delle rendite catastali sul territorio italiano. Per questo, per ragioni soprattutto di equità, Ceriani ritiene che si debba ”avviare assolutamente la riforma del catasto fabbricati” anche perché ”dall’aumento delle rendite emergerà che si amplieranno le sperequazioni”. Comunque rivedere le aliquote a dicembre ”è un’ipotesi che preferisco non considerare – dice Ceriani – perché verremmo criticati moltissimo sia se le abbassiamo, sia se le alziamo. Ci accuserebbero di voler prendere troppo”.

Ma Cgil, Cisl e Uil partono comunque all’attacco e chiedono di aumentare di 400 euro le detrazioni per redditi da lavoro e pensione entro 55mila euro e abolire l’Imu su prime case non di pregio per famiglie con un solo immobile. Ma secondo il Tesoro l’impatto non sara’ cosi’ dirompente e dal punto di vista degli adempimenti ”non ci sara’ niente di sconvolgente – dice Ceriani – si figuri – aggiunge – che io ho a che fare con tre case…”. E i problemi dei Comuni e degli imprenditori agricoli sono diversi da come prospettati. Ad esempio per quanto riguarda i comuni che lamentano meno entrate con l’Imu Ceriani spiega: nel passaggio dall’Ici all’Imu i Comuni ci ‘guadagneranno’ 3 miliardi. Le minori risorse lamentate dai comuni dipendono dall’effetto delle manovre di correzione dei conti e quindi dai tagli ai trasferimenti. E l’ammanco lamentato dai comuni? ”L’attendibilita’ del dato è assolutamente dubbia”, replica il sottosegretario. Inoltre la quota di Imu che andrà allo Stato (9 miliardi sui 21 previsti) ”e’ molto simile come importo al fondo di riequilibrio dello stesso Stato per Comuni e Province”. Quindi questi 9 miliardi ”servono proprio a finanziare lo stesso comparto. Sono cifre molto vicine”.

Ma l’Anci contrattacca: il governo ”non deve stupirsi”, dice il presidente Graziano Delrio ribadendo ”di non essere d’accordo con il governo. Ma questo è un dibattito che è ormai in corso da mesi. Speriamo di sbagliarci”. Per gli ‘agricoli’ invece Ceriani spiega che la quota di Imu che derivera’ dall’imposizione sugli immobili agricoli sara’ di ”circa 135 milioni su scala nazionale rispetto a una manovra complessiva di 20 miliardi. In ogni caso vedremo. Non c’e’ naturalmente nessun intento persecutorio. Il Governo e’ pronto a venire incontro a eventuali esigenze di riequilibrio”. Ma sottolinea il sottosegretario replicando a chi accusa il Tesoro di diffondere cifre poco attendibili: ”Noi le nostre stime le abbiamo fatte nel modo migliore possibile”.

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