ROMA – L’Imu 2013 sulle “case dei ricchi”, la proposta di far pagare gli immobili con rendita catastale oltre i 750 euro, crea tensione nella maggioranza. Bocciata, poi riammessa, la proposta del Pd potrebbe finire in un cassetto.
Far pagare l’Imu alle case dei ricchi per riportare l’Iva al 21%? Inizialmente la Commissione bilancio della Camera ha risposto no bocciando l’emendamento proposto da Maino Marchi del Pd.
Il Pd ha fatto ricorso, è stato accolto, ma uno dei due presidenti di Commissione, Francesco Boccia (Pd, molto vicino a Letta) ha invitato tutti a ritirare gli emendamenti perché “le case di lusso, quelle categoria A/1, A/8 e A/9, l’Imu già la pagano”.
Boccia ha lanciato l’appello a tutti i gruppi, ricordando che il governo ha già pagato ai Comuni la compensazione per il mancato incasso della prima rata Imu, ”proprio sulla base delle sollecitazioni fatte dai gruppi parlamentari che oggi hanno presentato gli emendamenti”. ”Evitiamo il pasticcio – ha auspicato Boccia – perché se dovesse passare qualche emendamento che modifica la base imponibile, i Comuni dovrebbero restituire quanto proprio oggi hanno ricevuto dal Tesoro”.
Invito che Marchi, il firmatario dell’emendamento, sembra accogliere quando dichiara che se il governo darà ”risposte soddisfacenti” su alcuni temi sociali, il Pd potrebbe ”procedere al ritiro o alla riformulazione”:
“L’obiettivo politico degli emendamenti presentati sul dl Imu prima rata – spiega Marchi – non è quello di metterne in discussione il contenuto, ma di avere un quadro complessivo di come si chiuderà il 2013 sulle diverse emergenze finanziarie: rientro entro il 3 per cento deficit/pil, pieno finanziamento per le esigenze della cassa integrazione, effetti sui redditi più bassi e sugli esercizi commerciali dell’aumento dell’Iva, oltre che le questioni dell’Imu e in prospettiva della service tax. Temi che possono avere risposta con la predisposizione della legge di stabilità e del decreto sulla seconda rata dell’Imu”. ”Siamo convinti che il governo darà risposte soddisfacenti a fronte delle quali potremo procedere al ritiro o alla riformulazione dei nostri emendamenti”.
L’obiettivo dell’emendamento bocciato, riammesso e forse ora congelato era quello di introdurre l’Imu sulla prima casa, ma solo quelle dei “ricchi”, per ottenere la copertura necessaria a riportare l’Iva dal 22% al 21% tra il 1° novembre e il 31 dicembre 2013.
La tassa sarebbe applicata su quelle abitazioni con rendita catastale superiore ai 750 euro. Marchi, capogruppo in Commissione bilancio, dopo la bocciatura dell’emendamento ha presentato ricorso. Ricorso accolto nel pomeriggio dai presidenti di commissione Francesco Boccia (Pd) e Daniele Capezzone (Pdl). Il testo finale sarà poi votato domani, martedì 8 ottobre.
Sull’Imu 2013 non è detta l’ultima parola ora che, decaduto Berlusconi, cade il veto su una questione che potrebbe non essere più prioritaria nell’agenda del governo quanto il taglio delle tasse sul lavoro, il cosiddetto “cuneo fiscale“.
Anche Luigi Casero, viceministro all’Economia e proveniente dal Pdl, intervistato da Antonella Baccaro del Corriere della Sera parla più di cuneo fiscale che di Imu, anche se promette che l’imposta sulla casa, uscita dalla porta, non ritornerà dalla finestra, neanche con una stangata nascosta dentro la Service Tax:
L’Imu si pagherà nel 2013? Il Pd ha proposto un emendamento per farla pagare a pochi contribuenti, già a partire dalla prima rata 2013.
«No, la totale cancellazione è un impegno che il premier ha preso al suo insediamento e ribadito in sede di approvazione del decreto di cancellazione della prima rata».
La «service tax» ci costerà più dell’Imu e della Tares insieme?
«No, sarà nettamente più bassa. E resterà interamente ai Comuni».
I commenti sono chiusi.