ROMA – Mario Monti rilancia sulle tasse sfidando gli avversari: giù l’Imu già da quest’anno, riduzione di Irpef e Irap nel 2014. Intervenuto al programma mattutino Omnibus e La7, il presidente del Consiglio torna parlare del livello di imposizione fiscale altissimo, materia di dibattito infuocato in vista delle elezioni, passato per qualche giorno in secondo piano, oscurato dalla vicenda Monte dei Paschi di Siena prima e dalle dichiarazioni “revisioniste” di Berlusconi su Mussolini. Di Monte Paschi di Siena, Monti, che all’inizio aveva attaccato il Pd di Bersani (“Il partito c’entra”) non vuole dilungarsi più di tanto.
Imu ridotta dal 2013. Significa, per Monti, “accrescere la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro e il raddoppio delle detrazione da 100 a 200, per ciascun figlio e anziano a carico fino a un massimo di 800 euro”. ”Il costo stimato – ha detto il leader di Scelta Civica – è due miliardi e mezzo; la copertura viene dal contenimento della spesa corrente primaria pari a circa 3 miliardi.
Sull’Irap, il programma prevede, una “riduzione favorevole al lavoro dal 2014” con “l’eliminazione del monte salari dalla base imponibile dell’Irap”. Il totale, ha spiegato, “sarà pari al dimezzamento dell’attuale carico fiscale sul settore privato, circa 11,5 miliardi di imposta in meno in cinque anni sulle imprese”.
Infine il capitolo Irpef: “Meno Irpef dal 2014, vogliamo ridurre il peso dell’imposta a partire dai redditi medio bassi attraverso l’aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la riduzione delle aliquote a partire da quelle più basse, complessivamente nella legislatura ridurremo il gettito Irpef di 15,5 miliardi”.
Tornando a Siena: ci vuole un commissario per il Monte Paschi? Sulla questione il premier glissa: “E’ istituzionalmente corretto lasciare a Vittorio Grilli la descrizione e presa di posizione su alcuni aspetti della realtà corrente” ha affermato per, contestualmente, ribadire “la piena fiducia nella Banca d’Italia”. A proposito di Berlusconi, si è limitato a dire che “se è stata una battuta è stata davvero infelice”. Reduce da una piccola ma significativa contestazione di una piccola imprenditrice di Mirandola, una delle zone più colpite dal terremoto in Emilia, Monti è tornato sull’argomento sisma e solidarietà alle popolazioni terremotate.
“Ho notato che viene chiesto l’abbonamento Rai e cose del genere ai cittadini che hanno perso la casa; ovviamente mi occuperò oggi stesso di questi aspetti”, ha promesso Monti, evidentemente rivolto anche a quella signora che senza troppo reverenze lo accusava di essere a Mirandola solo per un calcolo elettorale. Rispetto alla credibilità italiana, alle fibrillazioni dei mercati, Monti non manca di ricordare e sottolineare come sia la sua personalità ancora il primo fattore di fiducia, di garanzia. Il ritorno del rischio sui mercati per l’Italia, ha detto, “dipende da quello che facciamo a seguito delle elezioni”, e con ciò non voglio ”terrorizzare”, ma dire che se “pensassimo di andare per una nostra strada” in Europa “lo pagheremmo presto”. Un avviso a tutti i naviganti, i partiti, gli elettori, i mercati, gli osservatori internazionali: la stabilità sono io, degli altri, e dello loro ricette, non si fida nessuno.
Stoccata finale, ma ispirata comunque da un garbato tono istituzionale a Massimo D’Alema, ormai suo usuale “censore” politico, stavolta sulle accuse del premier alla Cgil. ” “Caro Massimo, caro presidente D’Alema, mi offendo un po’: voi che siete vecchi, nel senso nobile di senior, di consumati politici, mi insegnate che criminalizzare i sindacati sarebbe esso stesso criminale. Sono convinto che il sindacato ha avuto, ha e avrà un ruolo determinante in Italia”
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