Inchiesta P4 colpisce il governo. Arriva la reazione?

ROMA, 23 GIU – L'ennesima inchiesta giudiziaria che coinvolge i Palazzi della politica fa andare su tutte le furie governo e maggioranza che chiede ''senza indugio'' un intervento sul fronte delle intercettazioni. C'e' chi pensa a un decreto che si concentri solo sul divieto di pubblicazione. E chi propone di tirare fuori dal cassetto il testo gia' approvato la scorsa estate dal Senato.
L'opposizione, invece, difende l'operato della magistratura che indaga sulla P4. Anche se Massimo D'Alema sostiene che si tratti in realta' di una ''valanga di intercettazioni senza rilievo penale''. Non entrando nel merito, ma pur dicendo di respirare ''un clima da basso impero'' e di assistere ''ad uno spettacolo poco gratificante'', Gianfranco Fini e' categorico nel chiedere al Governo di ''riporre in un cassetto'' qualsiasi velleita' di risolvere la questione per decreto.
Fare pero' ora una legge in fretta e furia solo per stoppare le intercettazioni che stanno riempiendo i media in questi giorni desterebbe, secondo il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, ''un po' troppi sospetti''.
Le opposizioni, e' l'appello del finiano Fabio Granata, dovrebbero coordinare subito un'azione preventiva per impedire al centrodestra di rimettere mano al sistema delle intercettazioni. Non si puo' fare una legge, incalza Ignazio Marino (Pd), che abbia come unico scopo quello di ''coprire le rivelazioni sugli affari della nuova P2''. Il fatto, osserva il capogruppo dell'Idv al Senato Felice Belisario, e' che anche in questa vicenda della P4 le intercettazioni si sono dimostrate ''un fondamentale strumento di garanzia per la legalita' e per la democrazia''. Ed e' forse proprio per questo, aggiunge, che non piacciono al centrodestra…''.
E in effetti al centrodestra non piacciono per niente, come dimostra la denuncia del Guardasigilli Angelino Alfano secondo il quale solo quelle ordinate ora dalla Procura di Napoli, che sono ''penalmente irrilevanti'', sarebbero costate un miliardo di euro. Una critica che scatena la reazione dei Pm napoletani Woodcock e Lepore. La valutazione delle intercettazioni, ricordano, spetta solo a Pm e Gip.
L'alzata di scudi dei berlusconiani pero' non si ferma. E' sempre la solita storia, osserva il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, conversazioni ''penalmente irrilevanti'' vengono pubblicate in prima pagina con l'unico obiettivo di mettere alla gogna persone non indagate. Il fatto, interviene il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, e' che ''riguardano solo una certa parte''. Se venissero fatte anche a sinistra, e' il commento del presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, probabilmente ''sarebbero piu' dure'' di quelle pubblicate sino ad ora.
Ma l'idea di una legge ad hoc per impedire che l'opinione pubblica ''sappia'' viene contestata da Oliviero Diliberto, segretario di Pdci-Federazione della sinistra. Occorre ''uno scatto della sinistra'', e' il suo monito, ''per spazzare via Berlusconi'' e la sua ''cricca di prezzolati''.
Il centrodestra pero' non sente ragioni e come avverte il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia della Camera Enrico Costa, l'intenzione e' quella di intervenire ''senza indugio'' in tema di intercettazioni. Ma perche' ''non partire dal testo gia' approvato da Palazzo Madama e ora alla Camera'?'', chiede il presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Giulia Bongiorno. In effetti, si osserva nel Pdl, i provvedimenti su cui riflettere non mancano. Tra Camera e Senato, in questa legislatura, ne sono stati presentati una decina tra quelli interamente dedicati al tema, e circa 40 tra quelli che comunque affrontano l'argomento. Ma l'ala piu' 'oltranzista' dei berlusconiani non vuole abbandonare l'idea del decreto: basterebbe estrapolare dal testo gia' licenziato dal Senato la parte che riguarda il divieto di pubblicazione e inserirla in un provvedimento d'urgenza. L'idea pero', osservano, benche' sia stata accarezzata in queste ora da Berlusconi, non sembrerebbe graditissima al Quirinale. Sebbene Napolitano oggi ribadisca che la giustizia dovrebbe essere ''un servizio esercitato da magistrati indipendenti e imparziali, con il rigore e l'equilibrio che ho costantemente invocato''.
Comunque, sostiene il vicepresidente del Csm Michele Vietti, per fare una legge ''non e' mai troppo tardi…''.

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