Incontro Fini-Berlusconi, faccia a faccia dopo mesi di gelo

Pubblicato il 13 Gennaio 2010 - 21:11 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi e Fini: c'eravamo tanto amati

Dal grande freddo scoppiato dal fuorionda rubato a Pescara a Gianfranco Fini c’è stato solo una piccola parentesi di disgelo con la visita di circostanza al San Raffaele a Milano, dopo l’aggressione a Silvio Berlusconi.

Domani 14 gennaio il premier e il presidente della Camera avranno il primo incontro ufficiale. Una colazione al piano nobile di Montecitorio, nell’appartamento di Fini, dove il premier arriverà accompagnato come sempre dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Per una ricognizione a 360 gradi su giustizia, equilibri nel Pdl, agenda di governo, regionali, innesti al governo di nuovi sottosegretari (si parla di Daniela Santanché e dell’ex aennino Andrea Augello) alleanze con l’Udc e molto altro ancora.

L’ultimo teso faccia a faccia tra di due co-fondatori del Pdl risale a due mesi fa. Allora si sfiorò la rottura, prima del compromesso siglato a denti stretti sul processo breve dopo un incontro dai toni accesi. Subito dopo la bomba di Pescara, l’aut aut del premier che a Fini chiese di spiegare il senso delle parole di biasimo bisbigliate confidenzialmente all’orecchio di un magistrato durante un convegno, la gelida replica della terza carica dello Stato: «Nulla da chiarire».

Erano i giorni in cui dal giornale di famiglia del premier Vittorio Feltri lanciava attacchi quotidiani contro “Il Signor Dissidente”, mentre i ‘falchi’ del Pdl spingevano il Cavaliere al redde rationem, alla resa dei conti definitiva con Fini: o dentro o fuori. Intanto, Fini rivendicava il diritto di incidere sulle politiche del Pdl e di essere coinvolto nelle decisioni di governo e maggioranza, mentre i finiani facevano circolare voci circa ipotetiche scissioni, gruppi parlamentari autonomi e possibili ‘associazioni’ dentro i gruppi parlamentari del Pdl per dare visibilità ai fedelissimi del presidente della Camera e ai loro contributi programmatici.

«Non c’é nessuna competizione con nessuno», ammorbidiva i toni il premier, senza mutare la sostanza delle cose: di fatto Berlusconi e Fini non si parlavano più, nessun emissario tentava ormai neppure di caldeggiare il chiarimento, i conflitti erano all’ordine del giorno: cittadinanza, caso Cosentino, giustizia, equilibri nella gestione del Pdl, abuso della decretazione d’urgenza da parte del governo a danno del Parlamento, bilanciamento delle posizioni nella maggioranza rispetto alla Lega.

Domani Berlusconi e Fini tornano a parlarsi in un clima completamente diverso, sicuramente non ostile e certo favorito dalla nuova stagione politica seguita all’incidente che ha costretto il premier, dopo l’aggressione a Milano, ad una lunga convalescenza, alla pausa forzata dall’attività politica, all’idea di rilanciare una stagione di riforme istituzionali, su su fisco e giustizia. Anche se, dopo lo stop al decreto ‘blocca processi’, è ancora una volta evidente la distanza tra i due leader sull’ultimo di questi temi.