Inno di Mameli, altra provocazione leghista: “Sì alla melodia, no alle parole”

Gianpaolo Vallardi

L’inno di Mameli sì, ma muto. Questa l’ultima provocazione di stampo leghista sull’inno Nazionale.  Il senatore leghista e sindaco di Chiarano (Treviso), Gianpaolo Vallardi,  si dice infatti a favore della melodia ma non del testo. A non andare giu’ a Vallardi è la strofa ”che’ schiava di Roma Dio la creo”’.

”Quando arrivo a quella strofa – dice il senatore-sindaco al Gazzettino – mi blocco, mi manca il fiato in gola, capita anche ad altri. Troviamo una mediazione. Va bene l’inno di Mameli, mi piace la melodia, ma non il testo. Quindi: suoniamolo e basta, senza cantarlo”.

”La mia proposta è semplice – spiega Vallardi, indicando che nel 2010 non può esserci un concetto che fa riferimento alla schiavitù – l’inno suoniamolo e basta oppure eliminiamo una parte del testo”.

Pronta la risposta del senatore del Pdl Maurizio Castro: ‘Tutto questo è demenziale. Il testo è una parte integrante dell’inno e poi non capisco i problemi che si fa Vallardi. ‘Schiava di Roma’ non è  l’Italia ma la vittoria”. Fliruiana Casellato (Pd) ricorda che l’inno è  nato ”in un preciso contesto storico”.

Domenica scorsa a una manifestazione pubblica per l’inaugurazione di una struttura per disabili, alla presenza del governatore Luca Zaia e altri sindaci, Vallardi ha fatto suonare al violino da una bambina romena: ”È stata – dice – un’esibizione splendida, e’ stata una grande testimonianza di integrazione”. Alla fine un lungo applauso di tutti i presenti.

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