Sulle intercettazioni spunta l’ipotesi del “bavaglio a tempo”

Silvio Berlusconi

ROMA – Un compromesso, una sorta di bavaglio a tempo per far passare l’emendamento del Pdl che segna il massimo di mediazione sulle intercettazioni. Ad esempio, prendendo il caso Napoli, con l’ordine di custodia per la coppia Lavitola-Tarantini con dentro le intercettazioni. Se passa la nuova versione della legge quegli ascolti non potranno essere pubblicati il giorno dopo in nessuna forma.

Per farlo bisognerà aspettare l’udienza filtro in cui pm, gip e avvocati discutono su ogni singola registrazione. Ne deriva che le telefonate potranno essere pubblicate, ma solo nel contenuto, senza il discorso completo, per il quale bisognerà aspettare il processo.

Le intercettazioni che hanno permesso le richieste di arresto come quelle per Tarantini e Lavitola a Napoli, diventerebbero quindi non più pubblicabili. Per un cronista sarebbe un vero rompicapo spiegare, e per la gente capire, come mai uno è stato arrestato, se poi non viene citata la frase incriminata che lo accusa e che ne motiva il carcere. Mentre un verbale d’interrogatorio sì, almeno “nel contenuto”.

Tutto ciò mette di cattivo umore il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ancora una volta si trova di fronte a un tentativo di Berlusconi di forzare la mano.

Possibilista il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: ”Mi auguro che il governo non ponga il voto di fiducia sulla legge sulle intercettazioni. La maggioranza non faccia forzature sul testo del presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, perchè su quello c’è una possibile condivisione”.

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