Intercettazioni. Berlusconi blinda il testo. Avviso ai finiani: “Nessuna modifica”

Silvio Berlusconi

“Il testo che arriva alla Camera non sarà modificato”. Così, secondo fonti di Palazzo Grazioli dove si è svolto l’ufficio di presidenza del Pdl, Berlusconi avverte i finiani e “blinda” il testo del disegno di legge sulle intercettazioni. Un testo che sarà sottoposto al voto in Senato e successivamente a Montecitorio.

Sulle intercettazioni “è stato trovato un punto di equilibrio”, c’è stato “un lungo lavoro di mediazione” all’interno del partito, ma ora “non dobbiamo perdere più tempo e bisogna votarlo senza ulteriori modifiche” taglia corto il Cavaliere.

Il premier Berlusconi avrebbe preferito un testo più incisivo per impedire abusi nell’utilizzo delle intercettazioni, ma il compromesso raggiunto dimostra che il Pdl è un partito democratico in cui le decisioni vengono prese con il contributo di tutti. E’ questo il giudizio che il Cavaliere, secondo quanto riferito da diversi presenti, ha dato nel corso dell’Ufficio di Presidenza al testo sulle intercettazioni.

Il premier ha comunque sottolineato che si tratta di un passo importante verso una migliore regolamentazione dello strumento di indagine.

Poi lui stesso, al suo arrivo alla convention di Federalberghi, svela che nel corso della riunione c’è stata “una sola astensione, la mia e me ne spiaccio ma il programma del Pdl è vincolante e questa legge non adempie a tutte le promesse”. Poi attacca: “Lobby dei magistrati e dei giornalisti ci hanno impedito di giungere ad un testo che difenda al 100% il nostro diritto di libertà”.

Nel parlamentino di via del Plebiscito, oltre al premier, ci sono i ministri del Pdl, tra cui il guardasigilli Angelino Alfano. Presenti, tra gli altri, capigruppo e vice del partito alla Camera e al Senato, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e altri esponenti del partito. All’ordine del giorno spicca il ddl intercettazioni in discussione al Senato.

A quanto pare i finiani avrebbero assicurato il loro sì pur nutrendo ancora dei dubbi sul meccanismo delle 48 ore che di volta in volta andrebbero ad aggiungersi ai tempi limite stabiliti per la possibilità di intercettare.

“L’esame degli emendamenti conferma alcuni passi avanti soprattutto in tema di intercettazioni ambientali, ricusazione e astensione. Positiva è la volontà di superare il limite rigido dei settantacinque giorni anche se le modalità indicate necessitano di un’ulteriore riflessione per evitare un impatto negativo sull’organizzazione giudiziaria”. Ha detto il senatore finiano e sottosegretario al Welfare, Pasquale Viespoli.

Intanto lunedì il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è salito al Quirinale per illustrare al Capo dello Stato il testo definitivo del provvedimento. Secondo quanto si apprende solo martedì il testo è arrivato ai finiani e alle 8.30, a mezz’ora dall’inizio del vertice, Gianfranco Fini ha potuto valutarlo.

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