Intercettazioni: Costa, mediazione politica non tecnica

ROMA, 08 OTT – ''Ci accusano di aver introdotto un black out informativo troppo lungo? Allora ci presentino una proposta che stia in piedi sull''udienza filtro', in modo da anticipare la selezione di tutte le intercettazioni, rilevanti e non, in contraddittorio tra accusa e difesa''. E' l'invito che Enrico Costa (Pdl), relatore del ddl intercettazioni dopo le dimissioni di Giulia Bongiorno, rivolge dalle colonne del Sole 24 Ore all'opposizione. Una ''mediazione'', in particolare con il Terzo Polo, per modificare il testo che mercoledi' andra' al voto in Aula alla Camera, ma che, preannuncia, sara' piu' ''politica'' che ''tecnica''.

I margini di avvicinamento, spiega, ''sono stretti, ma non per ragioni tecniche. Il precedente relatore, la presidente Bongiorno, aveva dato parere contrario su quasi tutti gli emendamenti, mentre io ritengo che molti dell'Udc, del Pd e dell'Idv siano interessanti. Sono convinto che questa apertura sara' apprezzata dai piu' responsabili del Terzo Polo, ma difficilmente si potra' spostare il macigno volontariamente posto sulla strada del dialogo con le dimissioni della Bongiorno''. Costa aggiunge che proporra' la ''modifica'' della norma che prevede il carcere ai giornalisti che pubblicano intercettazioni irrilevanti, ''perche' ci sono diritti costituzionalmente garantiti che non possono essere compressi con una sanzione cosi' pesante''. L'obiettivo resta dunque quello di un testo condiviso, conclude, ma ''quando il percorso e' animato da scelte politiche, la condivisione e' difficile'' e ''non giova neppure l'atteggiamento di quell'1% di magistrati ai cui piace stare sul palcoscenico mediatico''.

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