Intercettazioni, Fini: “In Parlamento ha prevalso il buon senso”

Nell’accordo trovato in Parlamento sulle intercettazioni ”ha prevalso il buon senso”. Lo ha detto a Pescara il presidente della Camera, Gianfranco Fini, secondo il quale ”il Parlamento, dopo tanti dubbi, ha trovato un punto d’intesa su tre principi: la tutela della privacy, la liberta’ di stampa, la possibilita’ per la magistratura e la polizia di indagare”. ”C’e’ stato un momento – ha proseguito Fini – in cui quell’equilibrio non c’era e, anche se mi hanno dato del traditore, del comunista, era giusto fare nel Pdl quella battaglia che e’ stata fatta”.

”Penso che una legge sulle intercettazioni sia comunque necessaria – ha sottolineato Fini – Se io o un’altra persona parliamo al telefono di pettegolezzi che non c’entrano nulla con un’eventuale inchiesta in corso, è semplicemente una vergogna trovare quelle chiacchiere, pronunciate in privato, sui giornali. Non è questo il punto, ma partendo da un principio giusto, poi, in corso d’opera si è raggiunto qualcosa tutt’altro che giusto. L’articolo 21 della Costituzione garantisce la liberta’ di stampa. E’ giusto tutelare la privacy, c’e’ la riservatezza delle comunicazioni, ma non puo’ essere garantita la privacy a discapito della liberta’ di informazione”.

”Voglio vivere – ha aggiunto – in un Paese in cui ogni giornale scrive quel che vuole ogni giorno, si assume la responsabilita’ di quello che scrive, scrive che ci sono delle indagini in corso. Sarebbe veramente un brutto momento se non si potesse scrivere che e’ stata aperta un’indagine, che e’ stata avviata un’inchiesta o che e’ stato spiccato un ordine di arresto. Questo e’ certamente possibile, insieme al divieto di pubblicare le chiacchiere, il gossip, il pettegolezzo, cosi’ come, nell’ambito della legge, era sacrosanto continuare a garantire alla polizia e alla magistratura di poter combattere il crimine anche attraverso le intercettazioni. C’e’ stato un momento, secondo me, in cui quella garanzia non era al 100% reale”.

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